Michelstadter e il suo fuoco interiore nell’intensità di un attimo
un ricco studio di Elena Guerra
“Tutta la forza dal tuo seno, o terra, il sole ha tratto che salendo avvampa e l’estate trionfa”.
Dedica al mese di giugno questa immagine solare Carlo Michelstadter, poeta, pensatore , intellettuale giovanissimo che ha bruciato la sua vita nell’intensità di un attimo. Vitale di un ‘allegria sfrontata e di insolita profondità di ragionamento, vissuto quasi al sorgere del secolo breve (1887-1910), ebreo di Gorizia, irredentista, appassionato nell’amicizia e nell’amore, Michelstadter viene raccontato in tutta la sua accensione intellettuale ed esistenziale da Elena Guerra, nell’opera “IL FUOCO DELLA VITA Carlo Michelstadter un autore da leggere per tutte le sue opere”. Con la collaborazione di Annabel Napolitano, edito dall’Agenzia Libraria Editrice , il corposo volume (trecentocinquanta pagine) esamina tutta la complessa personalità dell’intellettuale vissuto tra Gorizia e Firenze.
Elena Guerra dopo la laurea ha concluso il master biennale in Comunicazione della scienza, ha firmato articoli di divulgazione scientifica e pubblicato contributi di tipo filosofico con saggi su Stirner e lo stesso Michelstadter. Tra letteratura e filosofia ha scritto nel 98 “L’individuo e il collettivo. Garcia Lorca nella lettura di Adorno”.
Dopo un’introduzione che inquadra l’ambiente che circonda Michelstadter l’attenzione del lettore viene indirizzata all’epistolario, una raccolta di lettere che riecheggiano la profonda cultura del pur giovanissimo autore. Alla madre si rivolge con un tono discorsivo e affettuoso, al padre con rispetto a tratti formale, mentre si ricompone colloquiale con la sorella e gli amici , con espressioni come “buona notte mille baci…” Insomma lettere che raccontano affetti, certezze e incertezze ma che non paiono peraltro un preludio alla drammatica conclusione della vita del giovane (suicida alla vigilia della tesi di laurea).
Il suo epistolario è arricchito anche da una breve corrispondenza con Benedetto Croce, ma al di là degli spunti che le letture offrono, si deve osservare la ricchezza degli interventi di Elena Guerra che annota, sottolinea, evidenzia il mondo interiore del giovane intellettuale, consegnando appunti che saranno fondamentali per successivi studi che potranno essere fatti.
La seconda parte del libro analizza a fondo la poesia di Michelstadter, qui le osservazioni di Elena Guerra si fanno sottili e l’intensità della sua analisi ci consegna una studiosa che pare prendere per mano il lettore, conducendolo con le sue sue risorse critico – letterarie, a scoprire “silenzi gravidi di suoni”, per conoscere “dolci sentimenti” anche di fronte alla “sofferenza inerte” cui il giovane poeta si riferisce.
Il “pessimismo cosmico ” di sapore leopardiano emerge nel ” Dialogo della salute,” un’altra preziosa riscoperta del Michelstadter di Elena Guerra, “questo determinato malcontento che gli limita la vita” ricorda la studiosa, un dialogo tra due amici doloroso ma battagliero.
Il saggio “La persuasione e la rettorica” poi ulteriormente arricchisce questo libro che del giovane pensatore ebreo vuole entrare in ogni piega dell’animo, in quell’io consapevole che comunque ,una cosa è la letteratura …altro è la vita…
Tra le pagine di antologia critica curate da Stefano Sigismondi ,segnaliamo l’opportunità di leggere i pensieri di Giovanni Gentile, Giacomo Debenedetti, Gaetano Chiavacci (compagno di studi di Michelstadter )
Anche queste importanti per comprendere quel giovane che al mare si è “volto invano,vana è la pena e vana la speranza, tutta la vita arida e deserta “.