I medici alla Regione Fvg: stop a soluzioni di fantasia!
Soluzioni di fantasia. Ecco come definiscono i medici le recenti decisioni in campo sanitario, dalle abolizioni del numero chiuso ai primi anni “alla francese”, dai medici militari in corsia ai neoabilitati in pronto soccorso… “Nell’ultimo anno – dichiara l’Ordine dei medici di Udine – le soluzioni di fantasia alla cronica situazione di sofferenza in cui versano gli ospedali, sempre più svuotati del loro patrimonio umano, non sono certo mancate”. Per non parlare dell’ulteriore elemento, spacciato come ricetta del FVG, ovvero il reintegro di medici in quiescenza con forme di collaborazione libero professionali.
Non usa mezzi termini la categoria professionale per criticare queste scelte: si tratta dell’ “ennesima toppa che – ammesso possa realmente impattare sui carichi di lavoro dei nostri nososcomi, elemento su cui è purtroppo lecito dubitare – certamente non rappresenta l’approccio auspicabile al complesso tema della sostenibilità del nostro sistema sanitario, pubblico ed universale”.
Eppure, le soluzioni strutturali da adottare non sono difficili, anzi. Ed è da queste che parte il deciso appello ai legislatori regionali per quanto di loro competenza e nazionali. Bisogna “formare più specialisti, stanziando più borse di specialità, e non più laureati, molti dei quali sono da tempo bloccati nel cosiddetto imbuto formativo (quindi non è questione di numero chiuso o aperto!),formarli in maniera omogenea e trasparente in tutte le sedi universitarie e del Servizio Sanitario, garantendo l’acquisizione di una piena autonomia al termine del percorso post-laurea e assicurare condizioni di lavoro che riducano la fuga dal pubblico a cui stiamo assistendo in altre Regioni”, specifica il Presidente OMCEO Udine, Maurizio Rocco.
Da tempo l’Omceo chiede a gran voce in sede locale e nazionale una programmazione seria, non fantomatiche scelte tappabuchi che peggiorano il sistema. Quand’anche le strategie proposte dai medici venissero immediatamente prese in considerazione, dovrebbero passare almeno cinque anni prima di vedere i risultati concreti.
L’Omceo invia un ultimatum: “Non accettiamo e non non accetteremo lo svilimento ed il depauperamento della professione del medico. I decisori politici rafforzano l’impressione che queste toppe estemporanee siano di gran lunga preferite all’impegno richiesto da una seria e competente revisione della formazione, tema sul quale, in Regione, il pallino del gioco è stato troppo gelosamente tenuto dal mondo universitario, come si deduce dall’analisi della storia infinita dell’Osservatorio Regionale per la formazione specialistica”. Nervo scoperto questo su cui la Commissione dei Giovani medici, guidata da Alessandro Conte, ha da poco avviato una petizione. E’ stato commesso un altro errore. Pur accogliendo con entusiasmo la delibera 2090 del 5 dicembre scorso, che definisce, nuovamente, i componenti dell’Osservatorio, “non possiamo che guardare con stupore e sconforto all’ennesimo errore (e forse non il solo) che vizia la forma e la sostanza di questo atto, pregiudicando la reale operatività dell’organismo stesso”, annuncia Conte. Tra i componenti risulta nominato un illustre professionista e validissima guida per quei fortunati medici che l’hanno avuto come mentore, purtroppo, dai primi giorni di ottobre di quest’anno egli è entrato in quiescenza, non essendo pertanto più direttore di una struttura del Sistema Sanitario Regionale presso la quale si svolge attività di rete formativa, come previsto dal regolamento siglato da Regione ed Atenei di Udine e Trieste.
“Nonostante il peso di questa ‘uscita’ sia notevole, speriamo si tratti solo di una svista e non di un goffo tentativo di aggiungere un nuovo ritardo ad un’attesa ormai cronica, considerati gli oltre 12 anni dall’entrata in vigore della 368/99 (art.44) in tutto il Paese. Confidiamo nella rapida correzione in modo da permettere una prima convocazione dell’osservatorio in tempi brevissimi. Siamo l’unica Regione in Italia a non aver mai visto nascere uno strumento di tutela della formazione e della preparazione degli specialisti di domani”, conclude amaramente la Commissione.