La memoria è preziosa : Caporetto cento anni dopo

Caporetto cento anni dopo, 1917, mese di ottobre, un impiegato del Comune di Udine, piccolo musicista di provincia parte da Udine. Gli austriaci sono alle porte. Assieme a lui 300 mila e piu’ profughi, tutti in fuga per paura del nemico affamato e assetato di vendetta contro gli italiani. Fuggono. Molti giungono in Toscana dove sono accolti fraternamente da un generoso povero popolo che condivide con loro un povero pane.
L’impiegato musicista si chiama Vittorio Sutto e trova ospitalità in una famiglia a San Miniato al Tedesco, la famiglia Barnini Egidio e Elisa abitano in via Francesco Ferrucci . Hanno una figlia bellissima, Corinna, tra Vittorio e Corinna la storia d’amore si corona nella Chiesa di Santa Caterina a San Miniato. Poi i due si trasferiscono a Udine dove vivono a lungo con quattro figli:Sergio, Valter, Danilo e Leano. Corinna rimarrà sempre sanminiatese coltivando oltre all’affetto per il suo paese, una calda amicizia con la cugina Pellegrina Latini, maestra a San Miniato di decine di generazioni
Negli anni scorsi Vittorio Sutto, nipote dell’impiegato profugo, si e’ recato a San Miniato con un’opera d’arte, piccolo dono di riconoscenza per quel nonno accolto tanti anni prima.
Ora per sua stessa iniziativa ,Sutto, docente di scuola media superiore e critico d’arte, coinvolge l’artista friulano Marino Salvador che in memoria di quei profughi accolti cento anni fa, dona nove serigrafie al Comune di San Miniato, affinchè il rapporto di amicizia tra Friuli e Toscana continui.
Sutto e Salvador auspicano una mostra e un momento di incontro, perche’ la memoria è preziosa come la carta di serigrafia, profumata come l’inchiostro d’arte,silenziosa come la collina toscana che canta centinaia di storie come queste sorte cent’anni fa, tenere storie di pace nella tempesta della guerra
Vito Sutto