La mafia e i suoi tentacoli in Friuli

La mafia è tra noi. Il Friuli non è più immune ai tentacoli della malavita ed il rischio infiltrazioni ormai è cosa reale. La politica e le istituzioni non vedono il pericolo e noi tantomeno ce ne rendiamo conto di questa oscura presenza ma i fatti, e l’allerta dei magistrati, testimoniano il radicamento sul nostro territorio.
Il tessuto economico del Friuli, con la sua rete di piccole e medie imprese e di sportelli bancari, ha attratto i gruppi criminali che si sono inseriti soprattutto all’interno della piccola imprenditoria. La nostra regione poi è un importante punto strategico in quanto crocevia tra la Croazia e la Slovenia per i traffici illeciti, sia via mare che via terra. In sostanza il in Friuli, terra ancora ricca, la mafia ci vede l’occasione di fare soldi e per questo motivo cerca in tutti i modi di esserci. Terreno fertile nel quela confedere il denaro sporco con quello pulito, riciclando senza incorrere nel rischio di essere scoperti.
Ma cosa fa la mafia in Friuli? Prettamente investe in attività commerciali. Già negli scorsi si erano individuate numerose relazioni con alcuni clan napoletani. La predominanza storica, già presente fin dagli anni ’70 e ’80, resta comunque quella della camorra, che concentra i suoi affari su tutta la regione, soprattutto tra Trieste, Monfalcone e le località balneari di Lignano e Grado. Cosa nostra invece risulta essere più interessata ed attiva ad Udine e Pordenone. Le imprese maggiormente coinvolte sono quelle dell’edilizia, del commercio e della ristorazione.
Anche l’agroalimentare è un settore di grande interesse per le attività criminali. Cosce di maiale per i prosciutti, latte a lunga conservazione e gli ortofrutticoli sono i prodotti più gettonati. In questa filiera agroalimentare, ricca di opacità e irregolarità, la mafia può più facilmente introdursi.
Come opera? Come una grande agenzia di servizi, che offre soprattutto capitali piccoli e grandi agli imprenditori in difficoltà, magari acquistando quote societarie.
Ma la mafia non si ferma alle imprese e sta puntando i suoi tentacoli anche sulle amministrazioni locali. L’obiettivo è quello di infiltrarsi nei piccoli comuni, dove bastano poche preferenze, acquistate a basso prezzo, per essere eletti.
Come combatterla? Per prima cosa serve rendersi conto della presenza, investendo sulla prevenzione e sulla repressione. Alla mafia si può, anzi si deve, resistere.