Inchiodati alla poltrona: quando i nostri politici pensano più alla carriera che a risollevare il Paese

In Italia, a differenza per esempio degli Stati Uniti, non esiste lo spoil system, ovvero quella regola per cui chi sale al potere manda a casa tutti quelli che lo hanno preceduto. Una regola sana perché assicura il ricambio di una classe dirigente che di suo tenderebbe a perpetuarsi, e poi fa capire a chi la subisce che la politica è una missione, non un mestiere a tempo indeterminato.
Da noi invece tutti galleggiano, nessuno affonda mai. E i vinti che un tempo comandavano trovano sempre poltrone pronte ad accoglierli. Un’ autorità di controllo, una fiera, un consorzio di bonifica, un ente ad hoc come tanti ce ne sono nel parastato, e che contribuiscono in maniera determinante a gonfiare i tanto vituperati costi della politica.
Lo spoil system viene in mente assistendo in questi mesi a tutti quei politici della nostra regione che cercano disperatamente di mantenere posto e privilegi.
Se non trovano al più presto una lista che gli garantisca una poltrona a questi poveri politici, non avendo stipendio pubblico, toccherà tornare a lavorare come qualsiasi mortale. Ma vuoi mettere la vita di notorietà e privilegi contro l’ordinaria e oscura routine di uno che quotidianamente deve mettere assieme il pranzo con la cena?
Ecco dunque spiegato lo sgomitare per restar seduti in prima fila. Qualcuno non ammetterà mai, qualcun altro invece non ha remore a farlo. Si scatena quindi una sorta di corsa immobiliare alla stanza con scrivania. E magari l’autista. Ma siccome la domanda è superiore all’offerta, ecco il vorticoso aumento del nomadismo parlamentare in cerca di un approdo che garantisca lo status perduto.
Ovviamente, ma questo fa parte dell’italico vizio del tutto purché non mi riguardi, la gran parte di coloro che rivendicano il posto perduto sono in prima linea nei convegni a perorare le magnifiche sorti del lavoro flessibile, dove non bisogna aver paura perché cambiare è bello e fa bene.
Dieci anni di politica sono già molti, poi uno vada a casa e ritorni all’antico lavoro. Se non ne ha uno, peggio per lui.
L’importante è che il campare di politica non sia più un deterrente alla necessità di trovarlo.