A Cormons il gran finale del Festival Mondiale del Folclore giovanile

Martedì 9 luglio, in piazza XXIV Maggio, una frizzante performance a gruppi riuniti farà calare il sipario sull’edizione del ventennale
CORMONS – E’ arrivata al gran finale l’edizione 2019, la ventesima, del Festival Mondiale del Folclore giovanile, che grazie all’impegno dell’Associazione Folcloristica Giovanile Regionale ha portato in varie località del Friuli Venezia Giulia una ventata di musiche e danze senza confini, dalla Russia alla Bulgaria, dalla Grecia a Taiwan, per non parlare ovviamente della nutrita rappresentanza di “casa”. Martedì 9 luglio, dopo cinque intense giornate di appuntamenti, tutti i gruppi esteri protagonisti della rassegna si esibiranno a Cormons, in piazza XXIV Maggio (o al teatro comunale, in caso di maltempo): in scena le formazioni “Radost” (da Murmansk, Russia), l’ensemble di danza popolare “Zdravets”, da Sofia, il gruppo Horeftikos Omilos Polygyrou (da Polygyros, Grecia), il “Taiwan DO-DO Dance Group” e il “Taiwan VIA INSTITUTE Dance Group”, che si alterneranno sul palco affiancati da due noti gruppi regionali, quelli di Lucinico e i Balarins di Buje. L’attesa performance, a ingresso libero, avrà inizio alle 20.45.
Chiude dunque con uno show di sicuro impatto l’edizione del ventennale, premiata da ottimi riscontri di partecipazione e da consensi entusiastici: 240, complessivamente, i ragazzi coinvolti nelle esibizioni, che come sempre hanno appassionato il pubblico e reso il Friuli Venezia Giulia, ancora una volta, un palcoscenico mondiale. «Questo Festival – dichiara Alessio Moretto, presidente del sodalizio promotore – rappresenta una preziosa occasione di divulgazione culturale, offrendo al pubblico la possibilità di scoprire tradizioni e costumi di ogni parte del pianeta. In 20 edizioni abbiamo coinvolto oltre 110 gruppi, per un totale di quasi 4 mila bambini e ragazzi: la nostra regione è diventata, così, un punto d’incontro per culture geograficamente anche lontanissime e profondamente diverse. La realizzazione della rassegna – ricorda quindi – è stata possibile grazie all’impegno disinteressato e alla professionalità di tanti volontari, oltre che, naturalmente, grazie al sostegno di istituzioni pubbliche e private».