Loris Fortuna giurista e intellettuale di sinistra
Indimenticata figura politica friulana che rivive nelle pagine dello studioso Tiziano Sguazzero
Poche figure politiche,come quelle di Loris Fortuna, sono cosi significative nella seconda metà del novecento. Lo sottolinea Tiziano Sguazzero in uno studio edito dall’Istituto Friulano per la storia del movimento di liberazione.
L’analisi dello studioso parte dal tempo storico della Resistenza, quindi tra gli anni 43 e 45 quando alcuni giovani compirono atti di sabotaggio antitedesco e antifascista, rompendo quella vitrea apatia che contraddistingueva parte della popolazione friulana di fronte all’occupazione e all’annessione del Friuli e delle terre giuliane alla regione del Litorale Adriatico.
Fortuna, Toso (sarà poi filosofo) Cadetto (sarà poi sindaco di Udine) Sergio Sarti e molti altri giovani nutriti di studi classici allo Stellini, formarono il Battaglione studenti e subirono le persecuzioni nazifasciste, il carcere, rischiando l’internamento.
Il saggio di Sguazzero studia ed esamina molti particolari anche processuali e il Diario storico del Battaglione studenti, osservando il quadro del conflitto in tutte le sue problematiche nazionali e internazionali. Lo studioso sottolinea la valenza morale della lotta per la libertà, vissuta da quella generazione, richiamando molti documenti giornalistici, che incarnano la cultura della militanza e dell’impegno civile.
Fortuna, scrive Sguazzero, dopo la resistenza milita nel Partito Comunista e partecipa attivamente come pubblicista al dibattito sulla Costituzione, valutandone anche gli aspetti maggiormente “deboli”, infatti la Costituzione del 48 per Fortuna raccoglie molte provenienze sociali ed egalitarie, ma conserva ancora intatti alcuni privilegi della classe borghese che ne esce tutelata maggiormente rispetto alle istanze dei meno abbienti: un esempio su tutti il diritto di sciopero che se da un lato viene affermato, dall’altro non sembra essere strumento definitivo per l’avanzamento delle classi popolari.
Fortuna, Consigliere comunale, offre il suo apporto alla società più povera della sua città, Udine, interviene nel dibattito sugli espropri e sulle case popolari, ma al di là di queste problematiche locali è un esuberante assertore di una piena riconciliazione con la Jugoslavia e di un profondo rispetto per la cultura comunista internazionale.
Fortuna si distacca dal Partito Comunista dopo un profondo e doloroso dibattito interno, (sul quale Sguazzero si sofferma diligentemente), seguito all’invasione dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica e pur rimanendo uomo profondamente di sinistra, aderisce al Partito Socialista, del quale rimarrà portabandiera fino agli anni del suo contributo laico alla Legge sul divorzio.
Oltre che storico sottile che si innesta con profondità nel dibattito interno al mondo politico e socialista, Tiziano Sguazzero e’ anche attento lettore delle problematiche giuridiche e sa indagare tra le pieghe di tutti i documenti che costituiscono la maturazione politica di Loris Fortuna, quella che culminerà appunto nel 59 con l’iscrizione alla sezione udinese socialista Gino Pieri.
Questi estratti di storia contemporanea sono saggi coinvolgenti, Sguazzero è uno studioso che utilizza un linguaggio specialistico ma coinvolgente, per una lettura, come altra volta abbiamo scritto di lui, adeguata a molte sensibilità culturali.
vito sutto