La nuova Gorizia targata Ziberna

Rodolfo Ziberna ha rinunciato alla sua carica in Consiglio Regionale e, vinte le ultime elezioni dopo una lunga volata elettorale, è diventato il nuovo Sindaco di Gorizia, l’undicesimo dal dopogurra. 56 anni, sposato con una figlia, laureato in Giurisprudenza, una vita spesa per la politica. A 28 anni è lui il più giovane assessore comunale di un Comune capoluogo. All’epoca era iscritto al Psdi, di cui è stato presidente nazionale dei giovani. Poi Fonda Forza Italia a Gorizia e dal 1990 al 1993 è assessore comunale in città. Presiede anche l’Unione delle Province nel 2004. Affianca poi Romoli quando gli chiede di fare l’assessore tecnico. Ora, raccogliendo il testimone proprio da Romoli, questa nuova e probante sfida: fare di Gorizia una città migliore per servizi, vivibilità e lavoro. Missione non facile la sua ma Ziberna è sicuro di riuscire nell’impresa, centrando così l’obiettivo finale.
Sindaco, da dove si parte?
“Ho trovato un Comune, dal punto di vista amministrativo ed economico, sanissimo che ha abbattuto al 100% i propri debiti. Partiamo quindi da una buona base cioè l’ottimo lavoro svolto in questi anni da chi mi ha preceduto. Romoli è stato un ottimo Sindaco per questa città, un amministratore che ha promosso diverse iniziative che verranno portate avanti anche dalla mia giunta. Continueremo nel solco tracciato. Poi nel nostro programma ci sotto diversi nuovi progetti, dalla semplificazione burocratica, al rilancio imprenditoriale, dalla sistemazione della viabilità e dei parcheggi alla programmazione di eventi. Il nostro lavoro è appena iniziato. Garantisco però subito ai miei cittadini che non metteremo mai mano al loro portafoglio. Aumenteremo i servizi ma senza che le spese gravino sui goriziani”.
Quali sono state le sue primo mosse?
“Per prima cosa ho composto la mia squadra, confermando alcune figure che già conoscevano al meglio la macchina amministrativa così da assicurare continuità e tempestività nell’azione e riducendo allo stesso tempo anche i costi. Assessori e consiglieri si sono ridotti subito l’indennità e questo credo sia un primo buon segnale. Non vedevo il motivo di operare sostituzioni quando avevo a disposizione persone già preparate e competenti. Squadra che vince, non si cambia”.
Ora il tema principale da affrontare è il problema migranti?
“Gorizia sta svolgendo un ruolo importantissimo nell’accoglienza. Il Comune è disposto a fare la sua parte e ad aiutare ma i numeri ad oggi sono diventati insostenibili. 300, 400 persone da gestire creano una difficoltà insormontabile. Pretendo che ci sia rispetto dei miei cittadini e per questo motivo ho fatto subito sapere qual è la mia posizione al Prefetto. Ho mandato anche una lettera ufficiale al Ministro dell’Interno Minitti per informarlo che non saremo disposti ad accettare l’arrivo di altri migranti. Anche l’ordinanza anti-bivacco va in questo senso, per far sì che i migranti lascino Gorizia e si rechino altrove. Il nostro esempio, se applicato da tutti i paesi, lancerebbe un chiaro segnale al Governo. La pressione migratoria comunque difficilmente si fermerà. Per questo motivo dobbiamo predisporre delle strutture specifiche. Non è possibile che le caserme inutilizzate restino vuote quando potrebbero agevolmente ospitare i migranti. I soldi pubblici spesi per la gestione attuale devono essere impiegati per riqualificare queste strutture e dotarle dei servizi necessari. Il Governo potrebbe farlo immediatamente ma preferisce tutelare altri interessi, infischiandosene della maniera vergognosa in cui sta trattando queste persone”.
Altra priorità è il lavoro. Qual è il suo piano per il rilancio economico?
“Dobbiamo portare nuove buste paga a Gorizia. Abbiamo stilato dei progetti per attirare nuove imprese e nuovi investitori sul nostro territorio. Importante poi sarà anche la leva fiscale che dovrà essere a favore di chi investe e lavora. Faciliteremo e aiuteremo le nuove imprese nei primi anni. Una prima risposta comunque c’è. Abbiamo registrato una buona vivacità commerciale con diverse nuove attività che hanno deciso di investire a Gorizia”.
Un’altro suo obiettivo è quello di portare sempre più persone a Gorizia con eventi e manifestazioni?
“Gorzia deve diventare un fuori porta sia di Udine che di Trieste. Per questo motivo valorizzeremo tutta la nostra area storica e museale e promuoveremo diversi eventi. Tutto ciò avrà una ricaduta sull’economia della città. Suscitando nuovi interessi ne beneficeremo tutti”.
Quale sarà invece il vostro rapporto con la vicina Nova Gorica?
“Sarà un rapporto del tutto naturale. Siamo arrivati ad un punto nel quale non esiste un confine vero e proprio, dobbiamo assecondare le scelte e le abitudini dei nostri cittadini. C’è poi un rapporto di grande stima con il sindaco di Nova Gorica Matej Arcon. Sul tavolo abbiamo diversi programmi già attivati da tempo, a partire dal Gect e dalla candidatura a Capitale Europea della cultura. Per quanto riguarda il primo c’è l’intenzione di sviluppare con forza progetti in ambito turistico e culturale senza tralasciare il segmento dei trasporti e altri settori importanti per l’economia. C’è poi la proposta di unire le forze per ottenere la Zese, la Zona Economica Speciale Europea che potrebbe fare di Gorizia un motiva di crescita per tutta la Regione. No quindi alla conflittualità e sì ad ogni sorta di collaborazione. Insieme siamo più forti nelle sfide mondiali che ci attendono”.
Quanto influiranno sui vostri progetti le prossime elezioni regionali?
“Influiranno sicuramente tanto. La Regione è la banca dei comuni, l’istituzione che permette gli investimenti. Per questo motivo mi auguro che ci possa essere massima sintonia per sviluppare al meglio i nostri progetti, altrimenti si rischia di pedere tempo, cosa che non possiamo più permetterci”.