La Fiera dei Santi di Rivignano, una manifestazione unica, coinvolgente e ricca di storia

Possibile vivere un Halloween “made in Friuli Venezia Giulia”? Assolutamente sì. Questo grazie alla Fiera dei Santi di Rivignano, dal 31 al 4 di novembre.
Una manifestazione unica, coinvolgente e ricca di storia. Già, perché questa Festa si festeggia da tempo immemore e rappresenta un evento dove i protagonisti vanno ricercati nei racconti degli anziani: Striis (streghe), Orcui (Orchi) e Cjalcjùts (una sorta di filetto), ad esempio, erano presenze fisse nei racconti delle nonne, durante le lunghe serate invernali; cosi come le Aganis, ovvero delle streghe buone, creature bianche ed irraggiungibili che apparivano spesso lunghi i corsi d’acqua. La loro attività principale consisteva nel lavare le lenzuola per poi metterle ad asciugare lungo i greti dei fiumi e nei verdi prati adiacenti, creando così una distesa bianca nel contempo splendente e inquietante.
Questa festa nasce in tempi così lontani, periodi in cui le anime dei morti apparivano ai vivi ed è così coinvolgente che venne visitata addirittura Ippolito Nievo, il quale durante il suo soggiorno presso il Castello di Fratta, su consiglio di amici, venne in paese per parteciparvi. Ne fu così colpito che le dedicèpò un capitolo nel suo romanzo storico – autobiografico “Le confessioni d’un italiano”. Ma torniamo a noi e ai tempi più attuali. Ad oggi la Festa dei Santi di Rivignano rappresenta una delle eccellenze del Friuli Venezia Giulia, una tre giorni dove tantissime persone vengono coinvolte dagli eventi che la macchina organizzativa della città crea anno, dopo anno e dall’enogastronomia territoriale che ha sempre un ruolo importante all’interno della manifestazione.
«Abbiamo voluto ricollegarci alle tradizioni del nostro territorio e già da qualche anno il 31 di ottobre apriamo la Festa dei Santi con la Festa del Friuli – commenta il sindaco di Rivignano, Mario Anzil – all’interno di questo grande evento, non solo tradizioni, ma anche cultura, presentazioni di libri, concerti e, chiaramente, le varie degustazioni di prodotti enogastronomici delle nostre zone».
In questo contesto, poi, negli anni si è sviluppato il Festival della Canzone Funebre: si tratta di un evento internazionale che raccoglie cantautori che vogliono ricordare un amico scomparso o, più semplicemente raccontare anche in maniera scherzosa l’inevitabile, la morte. Diciamo che si tratta di una sorta di Spoon River sulle rive dello Stella.
«Il due novembre lo dedichiamo al Festival della Canzone Funebre – sottolinea Angela Piantoni, assessore alla Cultura del Comune di Rivignano – in passato si ballava sul “brear” (un pavimento in legno) e si faceva tanto rumore, questo per esorcizzare la paura della morte. Questo Festival vuole, infatti, non vuole dissacrare la morte, ma si propone di essere ironico. L’organizzazione è affidata a Rocco Burton ed Enrico Tonazzi, che rendono questo evento serio ed estremamente professionale. Sempre più cantautori, poi, si avvicinano a questo evento, non solo dall’Italia ma proprio da tutta Europa e per questo la canzone funebre ha un po’ il suo piccolo, grande evento continentale proprio qui a Rivignano».
da Magazine mensile IL PAîS gente della nostra terra – Ottobre 2018