Fà sta férs i fruts: quando anche dei bambini che giocano a pallone in piazza danno fastidio

Tres robis impussibilis: fà sta férs i fruts, fà cori i viei e fà tasé lis feminis
Vietato giocare a calcio. L’ordinanza comunale, che verrà presto firmata dal sindaco di Cividale Balloch, vieterà ai bambini di giocare a pallone in piazza. E anche Palmanova, emulando la cittadina longobarda, sta andando in questa direzione. Ancora una volta vincono le lamentale: a rischio c’è l’incolumità delle vetrate e l’incolumità delle persone, poiché con il gioco del calcio, appunto, possono recare danni al patrimonio pubblico e alla serenità dei cittadini. Nemmeno che quei palloni fossero proiettili.
Una decisione chiara ed inequivocabile che vuole mettere fine a quella che nel mondo d’oggi è un’assoluta rarità: vedere dei bambini giocare all’aperto e non restare attaccati a smartphone e televisione. Con tutto il rispetto parlando e la comprensione per i commercianti cividalesi credo sia abbastanza insensato vietare ai giovani di giocare.
Secondo una ricerca condotta di recente, è emerso che un bambino su dieci oltre ad ignorare i comunissimi giochi come un-due-tre stella, campana, palla avvelenata, non sa andare in bici e non si è mai arrampicato su di un albero. Tantissimi bambini passano, piuttosto,interi pomeriggi in casa, davanti al computer o alla televisione, perdendo tutta una serie di esperienze all’aperto estremamente importanti per la loro crescita. Quasi il 50% dei bambini in età prescolare esce a giocare fuori casa solo alcuni giorni al mese. Il 40% dei bambini non ha mai provato ad arrampicarsi su un albero e il 64% gioca all’aperto anche meno di una volta alla settimana.
I motivi? I genitori non vogliono che i propri figli si sporchino nel fango, giochino da soli con altri bimbi o si arrampichino sugli alberi. E anche quando qualche genitore gli permette di andare a giocare fuori ecco che ci si metto di traverso i “cittadini” e i “commercianti” oltre all’amministrazione pubblica.
I bambini di oggi, diversamente dai bambini di un tempo, da adulti, sicuramente, non avranno ricordi d’infanzia legati al divertimento e giochi all’aria aperta e purtroppo questa privazione è realmente penalizzante per i bambini. Giocare all’aperto con altri coetanei, sporcarsi di terra e fango, sono attività che, oltre a rendere i bambini più felici e attivi, hanno una positiva incidenza sulla loro salute e sul loro sviluppo fisico-emotivo.
I bambini, invece che essere richiusi e bloccati dalla legge, dovrebbero essere spronati, quanto più possibile, a vivere e a giocare. L’amministrazione comunale di Cividale, prima di emanare l’ordinanza, mi auguro abbia quantomeno verificato la possibilità di altri spazi pubblici dove, appunto, questi bambini possano giocare. E non attività a pagamento, non corsi, non scuole calcio ma spazi liberi dove divertirsi.