Il 22 e 23 marzo torna l’appuntamento con le Giornate FAI di Primavera

Un salto lungo cinquant’anni
Per l’occasione il Fondo Ambiente Italiano spegne una torta con cinquanta candeline. Un percorso che nel tempo ha seguito i fondamenti costituzionalisti e che, come ricorda l’articolo 9: “[…] promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. […]”.
Dai monti alla pianura, passando per la zona collinare, la Delegazione FAI di Udine, con la collaborazione degli Apprendisti Ciceroni delle scuole secondarie di secondo grado di Udine, del Gruppo FAI di Palmanova e del Comitato Gianfrancesco da Tolmezzo, vi porterà a scoprire luoghi che celano bellezze nascoste. Si parte da Socchieve, storica borgata carnica che tra le aperture presenta la chiesa di San Martino, candidata a luogo del cuore, la chiesa di San Biagio in località Mediis e l’atelier dell’artista Barbara Picotti. Un territorio ricco di piccoli scrigni, visitabili anche con brevi soggiorni all’albergo diffuso.
Si arriva poi a Udine. Al centro dell’ex capoluogo di provincia quattro chicche da scoprire come il Centro Internazionale di Scienze Meccaniche CISM, il Palazzo della Porta, sede della curia arcivescovile, la Cappella di Santa Maria del Monte di Pietà e la storica Stamperia d’arte Albicocco.
Infine, a Palmanova per la visita a villa Gorgo e la scoperta delle mine veneziane e francesi, parti della fortificazione della nota stella a nove punte.
Di seguito le aperture nel dettaglio:
CISM A PALAZZO ANTONINI MANGILLI DEL TORSO PIAZZA GARIBALDI – UDINE
Il Centro Internazionale di Scienze Meccaniche (CISM) è la più importante istituzione scientifica non universitaria del Friuli e ha sede nel prestigioso Palazzo Antonini Mangilli del Torso in Piazza Garibaldi. Attivo oggi sia in ambito internazionale sia locale, fu fondato nel 1968 per volontà di Luigi Sobrero, professore di Meccanica Razionale a Trieste che ebbe l’idea di costituire a Udine un centro internazionale di studi avanzati dedicato alle Scienze Meccaniche e alle discipline a esse collegate. Il progetto fin da subito raccolse un forte consenso nella comunità scientifica internazionale e diversi scienziati di grande fama accettarono di farsene promotori diretti.
L’itinerario di visita partirà dall’androne su Piazza Garibaldi e seguirà il percorso interno dell’edificio stesso con una prima tappa nel cortile. Si continuerà internamente attraverso l’importante scalone in pietra impreziosito anch’esso da statue, procedendo attraverso le diverse sale quasi interamente affrescate. Di particolare rilevanza il corridoio di collegamento tra le due ali dell’edificio, interamente decorato a parete e soffitto nel 1786 con affreschi attribuiti via via ad Andrea Urbani, a Francesco Chiarottini e a Giuseppe Morelli. Spettacolare è la sala dei divani, ex sala da ballo nella quale l’ultimo grande avvenimento mondano si svolse nel 1935: il ballo organizzato dal conte Enrico del Torso in onore del Principe di Piemonte in visita alla città di Udine. Saranno accessibili tutte le sale più importanti dell’edificio che si affaccia su Piazza Garibaldi che ospita l’omonima statua.
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
Sabato 22 e domenica 23 marzo dalle 10 fino alle 12 e dalle 14 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 16.30).
Turni di visita composti da massimo 15 persone con partenze ogni 20 minuti.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Scientifico Statale Niccolò Copernico ed Educandato Statale Collegio Uccellis.
Ingresso senza prenotazione con contributo libero a partire da 3€. Precedenza agli iscritti FAI fino a capienza consentita. In loco possibilità di rinnovo della tessera e di iscriversi al FAI per la prima volta.
PALAZZO DELLA PORTA VIA TREPPO 7,9 – UDINE
Il palazzo udinese dei conti della Porta, sede della Curia Arcivescovile di Udine, è un tipico esempio di architettura civile tardo seicentesca in Friuli, uno degli edifici più prestigiosi della città. Il primo documento che ne attesta l’esistenza risale al 1424. Poco distante dal Teatro Giovanni da Udine, e a pochi passi da porta Manin, Palazzo della Porta descrive le forme della tipica casa nobiliare udinese seicentesca, costituita da tre piani sormontati da una mansarda a timpano. La struttura è caratterizzata da una certa linearità soprattutto nella parte centrale. I prospetti del fabbricato principale terminano con l’alto cornicione dentellato del tetto. Linee molto semplici nei due corpi laterali, a due soli livelli. Sulla sinistra del prospetto un alto portone conduce al cortile.
Internamente sono presenti tele del pittore carnico Antonio Faci e affreschi di Giulio Quaglio.
Durante le giornate FAI i visitatori potranno scoprire forme robuste e magniloquenti, figure gigantesche fortemente chiaroscurate, nonché l’importante opera del Quaglio che impreziosisce in particolare la loggetta, pregevolmente affrescata nel 1692 e che oggi costituisce la parte più interessante dell’edificio.
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
Sabato 22 e domenica 23 marzo: dalle 14 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 17.00).
Turni di visita composti da massimo 15 persone con partenze circa ogni 20 minuti.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico Statale Jacopo Stellini.
Ingresso senza prenotazione con contributo libero a partire da 3€ e consentito solo agli iscritti FAI.
In loco possibilità di rinnovo della tessera e di iscriversi al FAI per la prima volta.
STAMERIA D’ARTE ALBICOCCO VIA ERMES DI COLLOREDO – UDINE
Storia, arte e cultura in uno dei più improbabili luoghi udinesi: è la Stamperia d’arte Albicocco. Situata al piano terra dell’edificio che accoglie l’ex Cinema Capitol di Piazzale Osoppo, passa inosservata alla frenesia della vita cittadina ma una volta entrati, si rimane incantati nell’osservare il lavoro svolto all’interno.
La Stamperia d’arte Albicocco/Santini nasce nel 1974 a Udine ad opera di Corrado Albicocco e Federico Santini. Specializzata nella stampa d’arte calcografica, l’attività ha lavorato per numerosi artisti di fama internazionale, tra i quali Giuseppe Zigaina, Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova, Jiri Kolar o Piero Dorazio. Nel 1994 Corrado Albicocco lascia la stamperia per aprire quella che diventa la Stamperia d’arte Albicocco. E’ negli anni Novanta che nasce il sodalizio tra Albicocco e numerosi artisti di una nuova generazione che apporteranno al mondo della grafica nuova linfa e vitalità. Si affacciano nella stamperia udinese autori delle officine milanesi e romane e molti altri artisti di fama internazionale.
Durante l’apertura del 22 e 23 marzo gli ospiti scopriranno l’unicità dell’opera della Stamperia. Per i visitatori sarà un momento unico in cui conoscere una eccellenza della città di Udine che annovera collaborazioni nazionali ed internazionali tra cui il maestro dell’Arte Povera, Jannis Kounellis, che consta in dodici incisioni al carborundum, presentate nel dicembre 2017 all’Istituto Centrale per la Grafica di Roma in collaborazione con Bruno Corà e l’Archivio Kounellis, ma non solo, anche numerose incisioni firmate da grandi nomi dell’arte come Emilio Vedova, Carla Accardi, Giuseppe Santomaso e da altri celebri artisti contemporanei. Un’occasione imperdibile per gli amanti dell’arte e non solo di vedere anche dal vivo come vengono realizzate le stampe.
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
Sabato 22 e domenica 23 marzo: dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30).
Turni di visita composti da massimo 20 persone con partenze ogni 30 minuti.
Visite a cura di Corrado e Gianluca Albicocco con gli Apprendisti Ciceroni del Liceo Artistico Sello di Udine
Parcheggio consigliato: Caccia.
Ingresso senza prenotazione con contributo libero a partire da 5€. Precedenza agli iscritti FAI fino a capienza consentita. In loco possibilità di rinnovo della tessera e di iscriversi al FAI per la prima volta.
CAPPELLA DI SANTA MARIA DEL MONTE DI PIETA’ VIA MERCATOVECCHIO, 1 – UDINE
Nel cuore della città di Udine, in Via Mercatovecchio, al civico 1, si erge il Palazzo del Monte di Pietà, uno degli edifici più imponenti e maestosi della città. Al piano terra, al di sotto del porticato, incorniciata da un portale scultore, è incastonata la cappella di Santa Maria del Monte di Pietà, prezioso scrigno custode degli affreschi di uno dei pittori più importanti di Udine: Giulio Quaglio, oriundo da Como.
Nella chiesetta è presente la mano Giulio Quaglio che nel 1694 affrescò le pareti con episodi della Passione di Cristo e la volta con episodi della vita della Madonna.
Durante le Giornate FAI, grazie agli Apprendisti Ciceroni, i visitatori potranno ammirare gli affreschi del Quaglio che decorano interamente le pareti e la volta della chiesetta di Santa Maria del Monte. Chissà quante volte passando in Via Mercatovecchio ci siamo fermati davanti alla porta chiusa della cappella o abbiamo ammirato dalla parete esterna in vetro le decorazioni appena visibili all’interno. Grazie alle giornate FAI potremo scoprire aneddoti e curiosità celati all’interno di questo piccolo scrigno seicentesco.
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
Sabato 22 e domenica 23 marzo: dalle 10.30 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 17).
Turni di visita composti da massimo 12 persone con partenze ogni 20 minuti.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Tecnico Commerciale Antonio Zanon e Licei Bertoni.
Ingresso senza prenotazione con contributo libero a partire da 3€. Precedenza agli iscritti FAI fino a capienza consentita. In loco possibilità di rinnovo della tessera e di iscriversi al FAI per la prima volta.
ATELIER DELL’ARTISTA BARBARA PICOTTI BORGO DI NONTA – SOCCHIEVE, VIA PIEVE DI CASTOIA
Nonta è un piccolo borgo incastonato tra i boschi a ovest di Socchieve dove, nel 1600, fu costruita casa Picotti. Un’abitazione dalla caratteristica forma a ferro di cavallo che si compone di varie sezioni: la casa padronale, sede dell’attuale osteria con cucina, le stalle, il fienile, il forno, la macelleria e la liscivaia. I Picotti, le cui origini risalgono intorno al 1300, fino agli inizi del secolo scorso, gestirono ben sette malghe per conto della Contessa Micoli Toscano di Mione. A Nonta produssero formaggi che commerciavano oltre i confini friulani. Il legame coi pastori è testimoniato dalla presenza di una camera ad essi riservata, la stanza dai saurans, occupata quando scendevano a Nonta per essere pagati e, non riuscendo a completare il viaggio in giornata, trasformato in luogo del loro pernottamento. Nella liscivaia infine c’erano il deposito del fogliame, la cisterna e le caldaie per produrre la lisciva. I racconti della bisnonna Regina la descrivono anche come ricovero per i cavalli dei cosacchi negli anni 1944-1945.
Per l’occasione sarà possibile scoprire, attraverso il racconto dell’artista Barbara Picotti, la sua opera e i luoghi che ne accolgono ed ispirano l’arte. Nel 1998 infatti, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, l’artista torna in Carnia e ristruttura lo spazio che accoglierà gli ospiti per farne il proprio laboratorio/stamperia d’arte. Nel corso degli anni ha lavorato per il pubblico e il privato, ha esposto in Italia e all’estero, ricevendo premi e riconoscimenti; tra i lavori più importanti, nel 2000, realizza il rosone istoriato della vicina Pieve di Castoia e, nel 2015, una cartella di tre calcografie per Papa Benedetto XVI. Barbara Picotti è anche un’illustratrice che ha lavorato per Bonomelli, Cannamela, Polenta Valsugana e Auricchio e, in campo editoriale, per Electa Mondadori e Panda Edizioni.
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
Sabato 22 e domenica 23 marzo: dalle 9.30 alle 17 (ultimo ingresso ore 16).
Turni di visita composti da massimo 10 persone con partenze ogni 60 minuti.
Visite a cura dell’artista Barbara Picotti.
Ingresso senza prenotazione con contributo libero a partire da 5€. Precedenza agli iscritti FAI fino a capienza consentita. In loco possibilità di rinnovo della tessera e di iscriversi al FAI per la prima volta.
CHIESA DI SAN MARTINO A SOCCHIEVE VIA NAZIONALE, 25 – SOCCHIEVE
Il nome Socchieve deriva dal latino, “sub clivo”, trasformato nei secoli in “sot la cleva”, per la sua posizione sotto il colle ed è uno dei borghi più antichi della Carnia. Le chiese del territorio sono ricche di opere d’arte come quella di San Martino che nel presbiterio presenta un importante ciclo di affreschi del maggior pittore carnico del Rinascimento, Gianfrancesco da Tolmezzo. La chiesa è monumento nazionale, candidato ad essere luogo del cuore FAI, e sorge su una piccola altura al centro del paese. I recenti lavori di restauro hanno messo in luce tracce di precedenti costruzioni; il primo impianto potrebbe risalire al VII sec. Nel basamento dell’abside e nella sacrestia sono stati rinvenuti resti di affreschi romanici che raffigurano un Cristo in mandorla con simboli degli Evangelisti e lacerti di immagini di Apostoli e santi. Le modifiche alla chiesa antecedente sono state realizzate tra il XIV e il XV secolo ed è stata consacrata nel 1490. All’interno un importante ciclo di affreschi di Gianfrancesco da Tolmezzo del 1493. Nell’arcone di sinistra si notano la data e la firma dell’artista. La pala d’altare è solo parzialmente opera dello stesso; lasciata incompiuta al momento della sua morte ed ultima sua opera. La realizzazione sarà poi completata e dorata da un ignoto autore di scuola veneta, le cui tracce risultano molto evidenti. Nella parte superiore della pala ci sono le figure della Madonna col Bambino, San Stefano e San Michele Arcangelo. Nella parte inferiore S. Martino e il povero, S. Sebastiano e S. Rocco. All’interno si conserva anche un antico orologio fabbricato a Pesariis.
Per le Giornate FAI di Primavera sarà possibile entrare al suo interno per visitarla a 360°. Si avrà una visuale privilegiata sulla valle del Tagliamento e sul nucleo abitato di Socchieve. La Chiesa viene oggi utilizzata solo in particolari momenti dell’anno. Inoltre sarà possibile aderire alla campagna dedicata ai Luoghi del Cuore e di conseguenza votare per la chiesa.
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
Sabato 22 e domenica 23 marzo: dalle 9.30 alle 17 (ultimo ingresso ore 16.30).
Turni di visita composti da 20 persone con partenze ogni 20 minuti.
Visite a cura del Comitato Gianfrancesco da Tolmezzo.
Ingresso senza prenotazione con contributo libero a partire da 3€. Precedenza agli iscritti FAI fino a capienza consentita. In loco possibilità di rinnovo della tessera e di iscriversi al FAI per la prima volta.
CHIESA DI SAN BIAGIO A MEDIIS VIA ROMA SOCCHIEVE
Questa piccola ed elegante chiesetta intitolata a San Biagio sorge al centro del paese di Mediis, frazione e sede Municipale del Comune di Socchieve. L’edificio risale all’ inizio del XVI secolo ed è preceduto da un portico con copertura a tre spioventi poggiante su pilastri in conglomerato Carnico. Presenta un’aula a pianta rettangolare e un’abside a pianta quadrata con soffitto a crociera. Infine, il campanile a vela con la bifora in stile barocco ad ornare la facciata. La chiesa conserva all’ interno un ciclo di affreschi di periodo proto rinascimentale, attribuiti alla celebre Scuola Tolmezzina e realizzati presumibilmente tra gli ultimi anni del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Il 26 luglio 1515 Daniele De Rubeis, vescovo di Caorle e incaricato del patriarca, consacrò la chiesa, come risulta dalla relativa bolla.
Nel 1602 monsignor Bruno, in visita pastorale, descrisse con particolare cura la situazione di tutte le chiese della Carnia: attraverso le informazioni fornite dal verbale di visita, si sa che la chiesa di san Biagio mancava della sacrestia, costruita con molta probabilità durante la seconda metà del secolo XVII.
La comunità di Mediis, particolarmente devota anche a Sant’Antonio da Padova, nel 1661 chiese di poter erigere un nuovo altare da collocarsi nella absidiola realizzata sulla parte destra della chiesa. Il disastroso terremoto del 1976 ferì anche questa chiesa, che fu oggetto di diversi interventi di restauro e consolidamento, fino a che l’11 agosto del 1989, quando il vescovo ausiliario Pietro Brollo riconsacrò la chiesa consegnandola al culto. La tecnica e la rappresentazione stilistica dei dipinti li fa rientrare nella produzione della scuola del pittore locale Gianfrancesco da Tolmezzo, che segnò la produzione artistica coeva in ambito sacro. Attorno agli anni Ottanta, procedendo ad un restauro a seguito dell’evento sismico del 1976, è emersa una parte di affreschi fino allora ricoperta e di cui non se ne conosceva l’esistenza. Solo nel 2018 una importante e delicatissima opera di restauro statico ed estetico dei dipinti, con un intervento di scialbatura, ha permesso di portare alla luce parti figurative in continuità del ciclo pittorico, evidenziandone la raffigurazione così come originariamente ideata e realizzata dall’ autore.
Durante le giornate FAI, grazie al Comitato Gianfrancesco da Tolmezzo, sarà possibile ammirare la chiesa, solitamente aperta soltanto in particolari momenti dell’anno e, nello specifico, gli affreschi e l’imponente flugelaltar, altare ligneo a sportelli tipico dell’area nordica, opera dell’altoatesino Michael Parth da Brunico (1488-1560).
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
Sabato 22 e domenica 23 marzo: dalle 9.30 alle 17 (ultimo ingresso ore 16.30).
Visite a cura del Comitato Gianfrancesco da Tolmezzo.
Ingresso senza prenotazione con contributo libero a partire da 3€. Precedenza agli iscritti FAI fino a capienza consentita. In loco possibilità di rinnovo della tessera e di iscriversi al FAI per la prima volta.
VILLA GORGO SAN VITO AL TORRE, frazione NOGAREDO AL TORRE (UD)
Situata in posizione appartata, con un parco introdotto da due gigantesche magnolie, Villa Gorgo fa da cerniera al borgo del campiello di Sant’Andrea ad Ovest e al borgo dell’argine ad Est. Tutto attorno la fertile campagna ed il parco fluviale di ghiaie bianche e boschi, formato dai tre corsi d’acqua: Il Torre, che si avvinghia al Natisone, per poi gettarsi insieme nell’Isonzo a pochi chilometri dal mare.
La costruzione della villa risale al Settecento, quando la famiglia dei conti Gorgo, già al servizio della Serenissima fin dal 1468, ricevette l’incarico di fortificare il basso corso del Torre e dell’Isonzo. I conti rimasero i custodi del guado, della posta e del cambio dei cavalli. In particolare il guado del piccolo paese di Nogaredo rimase per secoli un luogo geograficamente strategico, rappresentando il punto obbligato per passare dai territori della Serenissima Repubblica di Venezia a quelli imperiali, oltre che il punto di accessibilità più facile e vulnerabile verso i Balcani e i territori austriaci.
Tra il guado e la Dogana austriaca c’era la Posta per il cambio dei cavalli e tra questa e il suo albergo si estendeva un lungo campo che terminava sull’argine del fiume.
Ad oggi nulla sembra essere cambiato a Nogaredo: il campanile della chiesa di Sant’Andrea con il suo campiello, la strada che si allarga per la sosta delle carrozze e il cambio dei cavalli, con sullo sfondo la monumentale facciata della Grande Scuderia. Proseguendo sulla strada verso l’Albergo si costeggia il secondo borgo della villa che risvolta lungo l’argine. In questo lungo campo alberato si raccoglie la vita di Nogaredo al Torre: circondato dalla corte d’onore di Villa Gorgo e dai suoi borghi antichi in sasso e mattoni. La facciata della villa, chiusa tra due barchesse, celebrava e contemporaneamente nascondeva, la dimora estiva del conte imperiale gestore della Posta. La vera quinta finale di questa composta ed armoniosa scenografia settecentesca è la facciata affrescata della Grande Scuderia, che per rilevanza architettonica non ha eguali in altre ville venete.
Nelle giornate del 22 e 23 marzo i visitatori potranno perdersi in un borgo suggestivo e tra i viali alberati del parco alla ricerca dello spirito dei conti Gorgo.
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
Sabato 22 e domenica 23 marzo dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30)
I visitatori potranno accedere ogni 30 minuti in gruppi composti da massimo 20 persone.
Le visite saranno fatte dagli Apprendisti Ciceroni del Liceo Scientifico Einstein di Cervignano del Friuli
La Villa è facilmente raggiungibile in auto o anche in bicicletta.
Ingresso senza prenotazione con contributo libero a partire da 3€. Precedenza agli iscritti FAI fino a capienza consentita. In loco possibilità di rinnovo della tessera e di iscriversi al FAI per la prima volta.
MINE VENEZIANE E FRANCESI PALMANOVA (UD)
Era il 1674 quando, per la prima volta, furono realizzate le mine, gallerie costruite con l’intento di permettere ai difensori della fortezza di Palmanova di raggiungere qualsiasi punto della struttura, dalle difese più interne a quelle più esterne, senza essere visti o rischiare di venire colpiti. L’idea nacque dal provveditore di Palma, Girolamo Corner. Durante il periodo di dominazione napoleonica le mine furono ampliate, con la costruzione di postazioni coperte in asse con i baluardi e costituivano il terzo giro del sistema fortificato.
Le gallerie formano un reticolo geometrico costituito da mine che hanno la forma di un tridente in cui il ramo centrale prende l’avvio dal muro di controscarpa, il parapetto che protegge il lato esterno del fossato e che corre lungo la strada coperta e giunge fino al vertice del rivellino.
Le mine interessano tutti i nove rivellini della seconda cinta veneziana, costituita da terrapieni di forma triangolare posti di fronte alle cortine allo scopo di occultare le porte cittadine e tenere sotto controllo lo spazio del fossato.
Le lunette napoleoniche, postazioni coperte in asse con i baluardi, consistono in terrapieni di forma pentagonale che presentano un sistema di casematte. Ogni casamatta centrale delle nove lunette, detta “caponiera”, presenta tre livelli ed è collegata tramite una galleria sotterranea alla strada coperta del fossato.
Le mine della città di Palmanova vengono aperte al pubblico saltuariamente e rappresentano un interessante esempio di sistema fortificato integrato. La loro visita può essere inserita in una più ampia passeggiata alla scoperta dell’intero sistema difensivo.
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
Sabato 22 e domenica 23 marzo dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30)
I visitatori potranno accedere ogni 30 minuti in gruppi composti da massimo 20 persone.
Le visite guidate saranno a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Tecnico Mattei di Palmanova.
Ingresso senza prenotazione con contributo libero a partire da 3€. Precedenza agli iscritti FAI fino a capienza consentita. In loco possibilità di rinnovo della tessera e di iscriversi al FAI per la prima volta.
Il Gruppo FAI di Cividale del Friuli con i propri volontari e con gli Apprendisti Ciceroni – gli allievi dell’Istituto tecnico economico e tecnico agrario “Paolino d’Aquileia” e dei Licei classico e scientifico “Convitto Nazionale Paolo Diacono” di Cividale, vi porta alla scoperta della Casaforte di Bergum situata in aperta campagna a cavallo fra i comuni di Faedis e di Remanzacco e del Vigneto Storico di Faedis, una meravigliosa architettura naturale.
CASAFORTE DI BERGUM
Comune di Remanzacco (UD): Via Bergum 1,2,3 – raggiungibile da via Crosade, Ziracco di Remanzacco e da Via Selina, Campeglio di Faedis
Visite sabato 22 e domenica 23 marzo 2025: orario 10-13 (ultimo ingresso ore 12.30) e 15-18 (ultimo ingresso ore 17.30).
La Casaforte di Bergum (oggi della famiglia Serafini) è un rarissimo esempio di borgo medievale fortificato del Friuli Venezia Giulia che comprende la casa padronale, ovvero la Domus, una torre e varie costruzioni rustiche: un sito veramente speciale dai sorprendenti reperti come ad esempio il fregio dell’affresco del Leone di San Marco che richiama la Serenissima o ancora “lo zoccoletto” dichiarata la calzatura più antica di tutta la nostra regione. La splendida cucina “di una volta” ci farà fare un viaggio nell’enogastronomia medievale per scoprire insieme il ricettario di Martino da Como, il cuoco più importante del 1400 legato alla zona, i tacuina sanitatis e le miniature degli stessi grazie a Studio Vellum della vicina Cividale. Gli Apprendisti Ciceroni guideranno i visitatori nella scoperta della casa padronale e delle dipendenze in un percorso storico profondo che prevede anche una singolare mostra di ceramiche medioevali, l’approfondimento botanico del giardino – dove sono presenti piante secolari che sono state inserite nel catalogo regionale degli Alberi Monumentali. Nel grande cortile sotto l’antico gelso saranno presenti gli “Scampinotadòrs di Vuelis di Rualis e del Goriziano” con un castello di campane per ascoltare e provare l’antica maestria dei Campanari, la cui arte musicale è da poco inserita dall’UNESCO nell’elenco dei Beni Immateriali dell’Umanità.
Un luogo, Borgo Bergum, che in un attimo vi porterà idealmente a Bergamo, a Venezia ed a Como pur rimanendo nel nostro amatissimo Friuli Venezia Giulia.
Nel cortile antistante la torre sarà presente una “taverna” curata dall’Associazione Volontaria tra Viticoltori di Refosco di Faedis” e dalla Pro Loco di Valle di Soffumbergo.
VIGNETO STORICO DI FAEDIS : IMMAGINI E TRADIZIONI
Strada Casali Bertossi, Faedis (UD)
Visite sabato 22 e domenica 23 marzo 2025: orario 10-13 (ultimo ingresso ore 12.30) e 15-18 (ultimo ingresso ore 17.30).
Il Vigneto Storico di Faedis si trova a circa un chilometro e mezzo da Borgo Bergum, ed è raggiungibile in auto ma anche a piedi con una piacevole passeggiata in autonomia (percorso segnalato). È un vero museo a cielo aperto della coltivazione della vite che da sempre contraddistingue questo lembo delle colline del Friuli. Situato presso Collevillano di Faedis, è un vigneto messo a dimora nel 1896 dalla Famiglia Zani a tutt’oggi proprietaria della tenuta. Coltivato e curato secondo le antiche tecniche vitivinicole, raccoglie ben 30 diverse varietà di vitigni, alcuni molto rari e rappresenta una banca genetica davvero prestigiosa. La vista guidata, da alcuni soci dell’ Associazione Volontaria tra Viticoltori di Refosco di Faedis”, dal proprietario e dagli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto tecnico economico e tecnico agrario “Paolino d’Aquileia”, comprenderà anche un’esposizione di storiche fotografie e attrezzi agricoli. Qui la vite non è solo coltura, ma anche cultura: in questo piccolo angolo del Friuli ogni ceppo contorto è una scultura vivente modellata dal tempo atmosferico e cronologico ed in questo caso anche dalla mano (per fortuna) dolce, rispettosa e cosciente dell’uomo.
EVENTO SPECIALE 50 ANNI FAI
Sabato 22 marzo 2025 ore 18.45 presso la Domus della Casaforte di Bergum
Maestro Martino e il Refosco di Faedis: gusti nei secoli nel “Nome della Rosa”.
L’evento è dedicato alla scoperta dell’arte culinaria antica attraverso opere letterarie di grande pregio: il “De Arte Coquinaria” e “Libro de Cosina” del 1400 di Martino de’ Rossi il primo grande cuoco redattore di un ricettario moderno e il “De honesta voluptate e valetudine” del 1480 dell’umanista Bartolomeo Sacchi detto Platina che riprende, riscrive e commenta le ricette di Maestro Martino. Nel corso della serata storie, aneddoti e letture veramente intriganti da carte e libri antichi, che ci rimandano alla memoria il celebre romanzo Il nome della Rosa di Umberto Eco. Interventi di Elisa Morandini, direttrice del Museo Cristiano di Cividale e di Stefano Cosma, direttore della rivista mensile Fuocolento alla presenza delle preziose copie anastatiche del manoscritto di Maestro Martino e del libro del Platina primo libro stampato a Cividale del Friuli nel 1480 da Gerardo di Fiandra di cui una copia è conservata nel Museo Archeologico della città. Al termine degustazione del simbolo della zona: il Refosco di Faedis guidata dall’ “Associazione Volontaria tra Viticoltori di Refosco di Faedis”e Wayne Young. Ci sarà l’assaggio poi di tre pietanze tratte dall’antico ricettario di Maestro Martino preparate dal Cuoco chef Daniele Cinel, in collaborazione con la Cooperativa sociale Arte e Libro che si occupa di inclusione lavorativa per persone con disabilità o svantaggiate.
Contributo libero a partire da € 15 iscritti Fai e da € 20 non iscritti che comprende degustazioni e supporto delle attività del FAI.
Massimo 35 partecipanti. Durata: 75 minuti circa
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: cividaledelfriuli@gruppofai.fondoambiente.it
Per celebrare la primavera ci sarà un pensiero per i tutti i partecipanti alle Giornate Fai
Foto anteprima: Domus lato parco e quercia Cividale Del Friuli