Il pediatra Paolo Lubrano sul ruolo dei pediatri vaccinatori in FVG e sulle vaccinazioni in età pediatrica

Pediatri in veste di vaccinatori in FVG e vaccinazioni anche in età pediatrica: abbiamo rivolto alcune domande all’esperto Paolo Lubrano della Federazione italiana Medici Pediatri in Friuli per capire l’orientamento della categoria.
Campagne vaccinali: quale sarà il ruolo dei pediatri e a che punto sono le trattative?
“I pediatri, se necessario, saranno pronti a collaborare con le istituzioni in questo periodo di emergenza. E’ stato siglato un accordo nazionale come fatto da altre categorie. L’accordo nazionale risulta limitativo nelle modalità di erogazione del servizio, ma dovrà essere reso esecutivo con un accordo regionale che, sono sicuro, troverà modalità più utili al nostro coinvolgimento nelle attività necessarie al raggiungimento degli obiettivi di questa grande campagna di vaccinazione di massa, fondamentale per uscire dalla emergenza pandemica”.
Vaccini da somministrare ai bambini: in questi giorni in vari ospedali stanno partendo le sperimentazioni dall’anno di età (a Milano l’ospedale pediatrico Buzzi incomincia con Johnosn&Johnson e altri ospedali, anche sul nostro territorio, seguiranno): lei cosa pensa di questa operazioni? E’ favorevole alle immunizzazioni sperimentali in tenerissima età e in età adolescenziale visto che non ci sono studi e non ci sono dati?
“E’ normale che i vaccini siano studiati per poter essere estesi a tutta la popolazione suscettibile di infezione, quindi anche all’età pediatrica. Attualmente sono tutti studi sperimentali, rivolti ad una ristretta fascia di volontari, esattamente come è avvenuto negli studi fatti sugli adulti che hanno portato alla autorizzazione all’utilizzo degli attuali vaccini per il Coronavirus. Senza questi studi non è possibile avere un vaccino che possa essere poi somministrato ai bambini”.
Fino ad oggi che tipo di indicazioni ci sono sui vaccini antiCovid in età pediatrica visto che i bambini non sviluppano, se non raramente, forme serie della malattia?
“La fascia pediatrica non è stata inizialmente inserita nei programmi vaccinali perché non risulta essere, almeno fino a 10-12 anni, una fonte importante di contagio, e, soprattutto, la maggior parte delle infezioni nei bambini sono assolutamente benigne con pochi sintomi che si risolvono rapidamente e non sono un problema assistenziale. La decisione se estendere la vaccinazione all’età pediatrica sarà presa dalle autorità sanitarie sulla base di precise valutazioni epidemiologiche e di rapporto rischio/beneficio, ma di questo se ne potrà parlare quando avremo effettivamente dei vaccini a disposizione”.
Quindi, secondo il suo parere, è proprio, o sarà proprio, necessario procedere a vaccinare anche tutti i giovani al di sotto dei 18 anni?
“Certamente, soprattutto in alcune categorie di bambini, penso a quelli con gravi patologie croniche la vaccinazione, quando disponibile, sarà particolarmente necessaria e importante per salvaguardarli dalle conseguenze, per loro più gravi, della infezione da SARS-COV 2”.
Passiamo ai pronostici dottore, secondo lei asili e scuole elementari potranno riaprire solo su turni e con alternanza di periodi di presenza e distanza come si sta ipotizzando?
“Le scuole sono state chiuse, ma i bambini non sono e non sono stati una fonte importante nella diffusione del contagio. A mio avviso almeno scuole elementari, materne e nidi dovrebbero essere riaperte prima possibile a turni pieni per non causare ulteriori problemi ai bambini e alle loro famiglie”.
E i ragazzi più grandi?
“Anche i ragazzi delle medie e delle superiori dovranno essere messi , spero in tempi brevi, nelle condizioni di riprendere la loro normale vita scolastica. Le conseguenze psico-fisiche di queste prolungate chiusure saranno sicuramente non trascurabili”.