Friuli: la logistica che varca le frontiere

Strategie, vision e interventi nei prossimi anni della Regione Friuli Venezia Giulia in materia logistica
Interviste all’Assessore Regionale alle Infrastrutture e Territorio, ing. Cristina Amirante
Il Friuli Venezia Giulia per la sua posizione e per essere punto di snodo strategico di importanti corridoi transeuropei ferroviari, marittimi e stradali, si configura quale naturale piattaforma logistica estesa all’intero territorio regionale. E’ collocato strategicamente all’incrocio tra ben 3 corridoi: “Mediterraneo”, “Adriatico-Baltico” e il nuovo corridoio denominato “Balcani occidentali-Mediterraneo orientale” nell’ambito degli European Transport Corridors. In particolare il porto di Trieste e l’Interporto di Cervignano sono inserite nel Core Network, mentre l’Interporto di Pordenone è inserito nel Comprehensive Network delle reti TEN-T.
L’Amministrazione Regionale si pone l’obiettivo di rendere la piattaforma logistica sempre più efficiente e sostenibile e di rinforzare i collegamenti terrestri all’interno dei nodi della piattaforma, ma anche verso l’esterno e quindi nelle rotte nazionali ed europee. Una serie di rilevanti interventi in corso o programmati sono finalizzati a rendere maggiormente funzionale ed attrattiva questa vocazione di Piattaforma Logistica Regionale.
Gli interventi in corso o programmati riguardano parti significative del tessuto infrastrutturale della Regione e sono fondamentali sia per le imprese insediate, sia per la filiera della logistica. Il sistema infrastrutturale di collegamento è costituito da collegamenti ferroviari e stradali e dai nodi logistici rappresentati dai porti, interporti e raccordi industriali.
Collegamenti ferroviari e stradali: su di essi sono in corso interventi di ammodernamento e rafforzamento, a partire dagli interventi riguardanti il potenziamento tecnologico e velocizzazione della linea ferroviaria Trieste-Venezia, l’intervento sullo scalo merci di Campo Marzio, direttamente correlato al Porto di Trieste, con la prospettiva di realizzare un maggiore shift modale che permetta di convogliare sempre più traffico da gomma a ferro/acqua. Lo stesso sistema viabilistico è oggetto di interventi di rafforzamento, anche in considerazione della gestione a livello regionale di centinaia di km di strade statali, molte delle quali assegnate alla proprietà regionale o in gestione alla Regione.
Un ragionamento a se merita l’eliminazione del collo di bottiglia sul nodo ferroviario di Udine, punto di snodo strategico della rete ferroviaria e che connette il nord Europa ai 3 Porti e 4 interporti regionali, tra i corridoi “Adriatico-Baltico” e “Mediterraneo”/”Balcani occidentali-Mediterraneo orientale”. L’intervento ferroviario sul nodo di Udine – inserito nel Contratto di Programma Stato -R.F.I. SpA (Rete Ferroviaria Italiana) riguarda gli impianti che regolano il traffico ferroviario della Stazione di Udine e una serie di interventi sull’infrastruttura ferroviaria finalizzati a rendere pienamente operativa e funzionale la stazione e la linea di circonvallazione ferroviaria di Udine. Tale intervento consentirà inoltre, quale effetto derivato, di spostare tutto il traffico ferroviario che oggi ancora transita sulla linea storica Udine-Posto di Movimento (PM) Vat, e che crea una cesura fisica all’interno dell’area urbana di Udine. Tra gli altri benefici dell’intervento, l’incremento di regolarità del Nodo e sulle linee afferenti tramite la gestione centralizzata della circolazione, la velocizzazione nell’ingresso al nodo lato Venezia con itinerari a 60 km/h nella stazione di Udine, l’eliminazione delle interferenze fra il traffico viaggiatori ed il traffico merci destinato ai raccordi industriali e le relative soggezioni alla circolazione. Tutti i progetti definitivi sono stati completati, ed al momento è in realizzazione la fase 0, che riguarda il nuovo Apparato Centrale di Udine (l’impianto computerizzato che regola il traffico ferroviario) dell’importo di 35 milioni di Euro ed è in fase autorizzativa l’intervento del PM di Cargnacco, del valore di 92 milioni di Euro. Questi due interventi, del costo pari a 127 milioni di Euro, assorbono di fatto completamente la attuale dotazione del Contratto di Programma per quest’opera, pari a 128,65 milioni di euro), per un costo complessivo dell’intervento pari a 340 milioni di Euro.
In materia di porti e interporti, l’obiettivo è quello di consolidare un sistema interconnesso, nel quale ciascun nodo logistico interportuale persegua specifiche funzioni con una propria specializzazione, evitando doppioni operativi/specializzazioni tra le diverse realtà.
Il tema dello shift modale introduce un altro tema di rilievo che è quello della sostenibilità dei trasporti e della logistica più in generale, che è uno degli obiettivi principali della Regione FVG. L’obiettivo regionale è quello di un potenziamento infrastrutturale che supporti maggiori flussi di merci con modalità più “sostenibili”, consolidando le vocazioni locali del territorio regionale, ma riducendone però l’impatto, con una attenzione sia ai profili del consumo di suolo, sia a quelli delle emissioni (favorire lo shift modale, nuove stazioni di rifornimento per carburanti alternativi al diesel (LNG, stazioni di ricarica per mezzi elettrici e idrogeno e cold ironing) e della sicurezza e non da ultimo il tema della elettrificazione delle banchine delle tre infrastrutture portuali.
Un altro tema rilevante per la Regione è quello che riguarda lo sviluppo delle infrastrutture immateriali, legate alla sostenibilità e alla sicurezza dei trasporti. Si punta, infatti, sul rafforzamento delle reti di connessione per lo scambio dei dati tra i nodi che formano la Piattaforma Logistica Regionale, con il fine di giungere a una omogeneizzazione delle banche dati e delle procedure amministrative tra tutti gli attori-operatori coinvolti nelle catene di trasporto multimodali e intermodali.

Assessore Regionale alle Infrastrutture e Territorio, ing. Cristina Amirante
Istituita di recente la ZLS della Regione Friuli Venezia Giulia
Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 febbraio 2025, è stata istituita la Zona Logistica Semplificata (ZLS) del Friuli Venezia Giulia. Si tratta di un provvedimento atteso, risultato di un complesso percorso che ha visto un’ampia e articolata interlocuzione con i Ministeri competenti ed il coinvolgimento dei Comuni dei territori interessati e delle Associazioni di categoria, delle Università, delle Camere di Commercio, dei Consorzi di sviluppo economico, degli Interporti, delle Associazioni imprenditoriali e di tutti gli altri stakeholders che, a vario titolo, intervengono nel processo di sviluppo economico della Regione. L’istituzione della ZLS del Friuli Venezia Giulia, con i contenuti definiti dal Piano di Sviluppo Strategico ad essa correlato, consente alla Regione di disporre oggi di uno strumento importante per lo sviluppo del sistema logistico e produttivo regionale e nella connotazione del territorio regionale quale piattaforma logistica. La durata della ZLS è fissata in 7 anni, prorogabile per un periodo di ulteriori 7 anni. In ragione del policentrismo che connota la Regione anche riguardo alla struttura logistica e produttiva, la ZLS comprende aree presenti in 26 Comuni della Regione, facenti parte o correlate funzionalmente o infrastrutturalmente al sistema portuale e interportuale regionale, con presenza di significativi insediamenti logistici o produttivi, per una superficie complessiva di 1455,74 ettari.
Le progettazioni definitive di tutte le fasi sono state ultimate. ed è quindi possibile avviare le fasi autorizzative e di affidamento dei lavori per i rimanenti interventi.
IL Protocollo di Intesa tra Rete Ferroviaria Italiana, Regione e Comune di Udine, sottoscritto il 2 settembre 2024, ha la finalità di definire, coerentemente al cronoprogramma realizzativo, un piano di finanziamento che individui i fabbisogni finanziari nel momento in cui servono, evitando tempi morti ed indeterminatezza nei tempi di completamento dell’intero intervento, e quindi il dilungarsi dei tempi di realizzazione di un miglioramento infrastrutturale ed impiantistico che l’Unione europea, lo Stato e la Regione ritengono prioritario.
Tale priorità è stata peraltro confermata dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti nel suo recente intervento a Trieste, di presentazione del Piano Infrastrutturale Strategico 2023-2032 di RFI che ha illustrato l’intervento Nodo di Udine come “un’opera strategica attesa da decenni”, in corso di realizzazione.
In attesa del cronoprogramma realizzativo dell’intero intervento e del correlato cronoprogramma di finanziamento, in corso di redazione da parte di RFI, sono due le azioni da attuare nell’immediato:
La prima è il reperimento urgente di ulteriori 30 milioni di euro per evitare un disallineamento tra flussi di finanziamento e realizzazione delle fasi al momento non finanziate, con una dilatazione delle tempistiche previste. Tali risorse andrebbero reperite entro la prossima primavera attingendo da fondi MIT.
In parallelo la seconda azione finalizzata a velocizzare la realizzazione dell’intervento “Nodo di Udine” è la nomina di un Commissario che consentirebbe di avviare l’iter autorizzativo delle fasi non finanziate anche in assenza delle risorse.
Il completamento della fase 0 è previsto da RFI per il 2025, per cui con l’ulteriore disponibilità di risorse, pari a circa 30 milioni di euro, sarà possibile dare immediato seguito alle fasi 1 (a partire dalla 1.1) e 2 che al completamento di questa sarebbero immediatamente realizzabili e i cui progetti sono già pronti.
La messa in disponibilità di tali risorse consentirebbe di poter completare per il 2025 le fasi autorizzative e di affidamento e avviare nel 2026 tali lavori, riguardanti rispettivamente:
- la sistemazione della radice lato Venezia;
- la realizzazione della tratta a doppio binario tra Udine Centrale e PM VAT.
Con ulteriori 11 milioni di euro sarà possibile realizzare la sistemazione della radice lato Udine Parco, altro intervento tra quelli indispensabili a determinare le condizioni infrastrutturali che consentiranno di non utilizzare i PL della linea storica.
Nel contempo la disponibilità del cronoprogramma dei fabbisogni finanziari di tutti gli interventi, correlato al cronoprogramma realizzativo, e l’allocazione tempo per tempo delle ulteriori relative risorse, consentirà di avviare per tempo le fasi autorizzative e gli affidamenti degli altri interventi, assicurando tempi certi alla realizzazione delle altre fasi e quindi al completamento dell’intervento nel suo complesso.
fase 3 e fase 4 relative alla sistemazione PRG Udine centrale lato Venezia e del fascio viaggiatori lato Gorizia;
fase 5, comprendente in particolare:
- L’attivazione del nuovo apparato centrale che gestirà gli attuali scambi (Pradamano, Laipacco e il futuro gruppo scambi Cividale);
- Il Raddoppio della linea di circonvallazione tra il gruppo scambi Cividale e il deviatoio Laipacco, gestito dall’impianto Udine Bivi;
fase 6, consistente nel completamento del raddoppio della circonvallazione di Udine e la realizzazione delle barriere antirumore.
Intervista di Paolo Sartor – Consulente logistico