Tilatti sul decreto sostegni: “Interventi nella direzioni giusta. Ora servono le misure per contributi a 20-30 anni

“Per il fisco: ri-calendarizzare le scadenze 2020 sospese e dilazionate”
Il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, evidenzia l’eliminazione dei codici Ateco, come richiesto, gli impegni per la montagna e anche per la filiera del wedding. «Ora restiamo in attesa degli interventi strutturali».
«È indubbiamente un passo avanti nella direzione giusta: non ci sono più i codici Ateco come avevamo chiesto; sono previsti fondi specifici per la montagna, che caratterizza per oltre il cinquanta per cento il territorio regionale; è ricompresa in modo esplicito, tra le altre, la filiera del wedding, dove c’è una presenza artigianale significativa. Non ci si può fermare qui, però. Il Governo deve ora pensare agli interventi per il lungo periodo».
Il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, commenta così il decreto Sostegni appena varato dal Consiglio dei ministri, il primo dell’era Mario Draghi in tema di ristori per l’economia colpita dalle conseguenze del virus Covid-19. Un intervento da 32 miliardi, con cifre minime da mille e duemila euro, a seconda che si sia ditta individuale o impresa.
«Dopo le risorse a fondo perduto che la Regione ha immesso nel sistema, quello dello Stato era un intervento atteso», prosegue il presidente Tilatti, ma osserva anche che la misura, per quanto importante, resta ancora nel perimetro emergenziale. «È tempo di progettare modalità di accompagnamento fuori e oltre la crisi con una prospettiva decennale», aggiunge. E precisa: «Le imprese necessitano di prestiti a 20-30 anni e con tassi adeguati a una ripartenza. Ci deve essere una copertura del 100% della perdita del fatturato 2020 in rapporto a quello del 2019 – elenca -. Quanto alla partita fiscale, gli imprenditori non chiedono regali, ma è indispensabile una ri-calendarizzazione delle scadenze che l’anno scorso sono state sospese o dilazionate nel tempo, in modo da garantire una gradualità per affrontare gli oneri». Si tratta «di interventi essenziali perché virtuosi», sottolinea Tilatti. «Essi, infatti, consentirebbero di pagare i lavoratori, i fornitori e il fisco, mantenendo quindi attivi gli ingranaggi dell’economia».