Pazienti sereni, il diabete è in “allarme”

“Ciao Marco, ma cos’è quel dispositivo che hai sul braccio? La mia risposta è stata: è una specie di GPS, simile a quello che installano sulle moto o auto sportive, per misurare tempi, consumi e prestazioni!
Così ho descritto per la prima volta il sensore che orgogliosamente “indossavo” per la misurazione della glicemia.
Ho scoperto di essere diabetico insulino-dipendente nel 1974, avevo 6 anni ed all’epoca l’insulina veniva somministrata con siringhe di vetro ed aghi da far paura. L’autocontrollo del glucosio nelle urine era un test veloce da poter fare anche a casa. Il controllo della glicemia invece, doveva essere fatto mediante prelievi di sangue o utilizzo di lancette pungidito e si poteva eseguire solo presso l’Ospedale.
Sono cresciuto e per fortuna sono state prodotte le siringhe monouso, le penne ricaricabili, le penne pre-riempite, che mi hanno aiutato ad essere sempre più indipendente e capace di affrontare la mia “disfunzione” come una sfida con me stesso, per dimostrare di poter fare qualsiasi cosa… come e magari, più degli altri! Per fortuna anche i glucometri si sono sempre più evoluti e la distribuzione a tutti i pazienti diabetici, ha favorito l’autocontrollo della glicemia.
Non nego che il “mio diabete” mi ha fatto degli scherzi in tutti questi anni, ma forse sono stato io in alcuni momenti a trascurarlo o sottovalutarlo. Poi è arrivato il sensore, che misura la glicemia ogni 5 minuti e ti permette di visualizzare dati e andamento tramite una app installata su cellulare! Grazie a questi dispositivi, tutto risulta più semplice, perché il continuo monitoraggio ti permette di intervenire prontamente con “correzioni”. Inoltre, anche il medico può visualizzare i report giornalieri, settimanali, mensili dell’andamento delle glicemie, per poterti così aiutare a mantenere relativamente costante la glicemia durante l’arco della giornata. P.S. avevo descritto bene il dispositivo al mio amico, che ne dite?”
Effettivamente il sensore che utilizza Marco ha davvero tante potenzialità. Le persone con diabete si trovano in una condizione caratterizzata da un aumento degli zuccheri (glucosio) nel sangue a causa di un difetto nella produzione o nella funzionalità dell’insulina: ormone indispensabile per il metabolismo del glucosio. Tale condizione se non ben controllata, può portare a complicanze acute e croniche. Per prevenirle è fondamentale mantenere ottimali livelli di glucosio nel sangue (glicemia).
Questo diventa particolarmente difficile ed impegnativo per i pazienti in terapia insulinica, pertanto avere la possibilità di conoscere l’andamento glicemico in modo continuo, risulta essere di notevole aiuto per gestire la terapia.
Negli ultimi anni sono entrati in commercio i sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio che consistono in piccoli dispositivi che si posizionano nel sottocute e, a differenza degli stick capillari, forniscono varie centinaia di valori al giorno. Ogni dispositivo è composto da: sensore che rileva la glicemia nel liquido interstiziale del sottocute mediante una piccola cannula; trasmettitore che si fissa alla cute con un adesivo, processa i dati e li trasmette via wireless; ricevitore in grado di visualizzare i dati elaborati. Per molti dispositivi il ricevitore può essere una app per smartphone.
Esistono sensori transcutanei che il paziente si applica in autonomia e sensori impiantabili che richiedono una piccola incisione e vengono applicati da personale medico. I dispositivi in uso presentano caratteristiche diverse, tra queste: durata, accuratezza del dato o tipologia di allarmi. Sono disponibili inoltre strumenti che consentono la visualizzazione continua del dato ed altri, chiamati a rilevazione intermittente, che lo visualizzano solo a richiesta. Entrambi danno informazioni riguardo i livelli di glucosio attuali e delle ore precedenti, indicano la velocità e la direzione verso cui si sta modificando la glicemia. Alcuni possiedono allarmi in caso di superamento della glicemia oltre una soglia di valore alto e basso: questo è particolarmente di aiuto per chi non avverte sintomi quando il livello del glucosio scende sotto la normalità (ipoglicemia).
Le informazioni fornite sono utili sia al paziente nel quotidiano per adattare la terapia insulinica, ma anche al diabetologo che può disporre di un maggior numero di dati per modificare la terapia.
Tali dispositivi nei pazienti in terapia insulinica sono quindi preziosissimi se utilizzati correttamente, prestando attenzione e interpretando adeguatamente le informazioni che forniscono e questo richiede impegno, ma sappiamo che anche un GPS è poco utile se non sappiamo usarlo…
La tecnologia è senza dubbio un grande aiuto nella gestione del diabete, ma da sola non è sufficiente. Per raggiungere i risultati è fondamentale che vi sia una corretta educazione al loro utilizzo, un équipe curante formata che segua i pazienti e che monitori i risultati e soprattutto una costante motivazione ed applicazione della persona con diabete.
Dott.ssa Silvia Galasso
SOC di Endocrinologia, Malattie del Metabolismo e Nutrizione Clinica. ASUFC- Maria della Misericordia di Udine.
Rubrica a cura della Sweet Team Aniad FVG
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