La truffa dell’assegno sociale

Dall’estate scorsa, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Trieste, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trieste hanno avviato una serie di controlli nel Capoluogo nei confronti di soggetti beneficiari del cosiddetto “assegno sociale” erogato dall’INPS.
L’assegno sociale, che dal 1° gennaio 1996 ha sostituito la pensione sociale, è una misura assistenziale prevista dall’art. 3 co. 6 e 7 della L. n. 335/1995 e dall’art. 20 co. 10 D.Lgs. n. 112/2008 conv. in Legge n. 133/2008, rivolta ai soggetti di età superiore ai 67 anni, che versano in stato di bisogno economico, che hanno la cittadinanza italiana (requisito introdotto in vigore dal 1° gennaio 2019) e la residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno dieci anni nel territorio nazionale.
Il beneficiario quindi dovrà comunicare ogni proprio allontanamento dal territorio nazionale che si protragga per almeno 30 giorni, poiché tale assenza comporta la sospensione dell’erogazione dell’assegno ovvero la sua restituzione.
È stato rilevato che diversi beneficiari hanno messo in atto molteplici tecniche di raggiro ai danni dell’INPS. Le più frequenti sono state ad esempio quelle di trasferirsi stabilmente all’estero senza comunicare nulla all’Ente erogatore, continuando a beneficiare della mensilità, prelevando da sportelli bancomat anche esteri; oppure l’avere dichiarato falsamente la propria residenza in Italia grazie alla complicità di altri soggetti stabilmente qui residenti.
Al momento 12 persone risultano iscritte nel Registro degli Indagati per truffa ai danni dello Stato e 2 per ricettazione poiché trasferivano sul proprio conto il denaro indebitamente percepito in modo truffaldino dai beneficiari.
Per le sole 12 posizioni al momento vagliate delle 1382 complessive, è stato calcolato un danno per l’Erario di circa 500.000 euro, dei quali circa 80.000 sono stati recuperati grazie agli immediati sequestri dei conti correnti e di altri rapporti finanziari emessi dalla Procura della Repubblica giuliana.
Il lavoro sinergico tra Procura della Repubblica, Carabinieri e INPS ha consentito di fare affiorare quella che è da considerarsi la punta di un iceberg che non coinvolgerebbe la sola Trieste ma anche altre province del territorio nazionale.