Grado appende palloncini simbolo di leggerezza e tolleranza contro ogni discriminazione

“Dal 29 al 31 marzo Verona ospiterà il XIII World Congress of Families. Nonostante l’obiettivo dichiarato del Congresso (la tutela della famiglia tradizionale), il forum riunirà leader che, lungi dall’essere semplicemente interessati alla protezione della famiglia in senso tradizionale, mirano alla revoca di alcuni diritti e conquiste del costituzionalismo democratico occidentale, quali: il diritto all’autodeterminazione delle donne, incluso il diritto all’aborto e l’istituto del divorzio, l’autonomia del ruolo della donna nella società, e in particolare il diritto della donna a svolgere una professione(male cui si attribuisce la recente crisi demografica), il diritto all’integrità fisica delle persone omosessuali. Quanto a quest’ultimo, tra gli speaker spiccano, infatti: Theresa Okafor, attivista nigeriana impegnata a introdurre il reato di sodomia, punendo sia le relazioni tra persone dello stesso sesso che la frequentazione di locali o altri raduni per omosessuali; Lucy Akello, promotrice della legge ugandese volta a introdurre l’ergastolo o la pena di morte per gli omosessuali. La ragione della nostra preoccupazione risiede nel Patrocinio che la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministro per la Famiglia e la Disabilità hanno ritenuto di conferire all’evento. Allarmati e sconcertati dall’orientamento profondamente reazionario di cui questo Congresso è espressione, non possiamo non ricordare come il diritto all’integrità fisica delle minoranze sessuali, il diritto all’autodeterminazione della donna, includente il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza, il divorzio e il diritto allo svolgimento di un’attività professionale (al di fuori dei compiti di cura della prole, sfera nella quale il Congresso si propone di relegare la donna madre), sono conquiste cardine e irrinunciabili che il Governo ha il dovere di tutelare”.
Questo quanto scrivono 240 fra professori, ricercatori e docenti universitari che hanno firmato un appello rivolto al Consiglio dei Ministri affinché tolga il Patrocinio al Congresso della Famiglia che si tiene in questi giorni a Verona, visionabile e scaricabile a questo link: https://download.repubblica.it/pdf/2019/politica/REVOCAWorldCongress.pdf
Gli accademici, “preoccupati dall’ondata di odio e intolleranza che sta travolgendo il nostro Paese negli ultimi mesi” proseguono affermando che ritengono “doveroso insorgere contro la concessione del Patrocinio ed esprimere la nostra ferma contrarietà dinanzi al rischio di abdicazione, da parte dello Stato, alla fondamentale funzione di tutela dei diritti costituzionalmente sanciti, guadagnati con il doloroso sacrificio e l’inesauribile tenacia dei cittadini e delle cittadine d’Italia nel corso degli ultimi decenni” invitando la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministro per la Famiglia e la Disabilità, oltre che di revocare il patrocinio concesso, di far seguire a questa revoca politiche sociali più inclusive, “al fine di consentire a tutti gli individui presenti sul territorio della Repubblica, indipendentemente dalle differenze di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, di conseguire il pieno sviluppo della persona umana, così come espressamente richiesto dalla nostra Carta costituzionale”.
Dichiara l’assessore alle pari opportunità e famiglia del Comune di Grado, Federica Lauto: “Sono parole che si commentano da sole e che mostrano come stiamo mettendo in discussione conquiste faticosamente guadagnate lungo secoli, perdendo l’ottica secondo cui i diritti sono per tutti, altrimenti restano solo privilegi; dimenticando che ognuno ha diritto di amare chi vuole e non si può pensare di condannarlo per questo; che famiglia è il luogo in cui ci si può sentire accolti, a casa, trovando il proprio posto in base a ciò che si sente di essere.
Stiamo dimenticando quanti tradimenti, arroganze e violenza si trovino anche nelle famiglie cosiddette tradizionali, e che paradossalmente, ma non tanto, sono propri i figli di coppie omosessuali che, secondo le ultime evidenze scientifiche, crescono più liberi da pregiudizi.
Stiamo dimenticando la difficoltà delle donne che crescono i figli da sole, spesso perché abbandonate, che lavorano per mantenere la dignità economica della propria famiglia, che impazziscono per crescere i figli e realizzarsi professionalmente, vedendosi spesso negare un lavoro o una posizione di rilievo, ancora oggi, proprio perché sono madri.
Stiamo dimenticando perfino le grandi macchie del nazismo e del fascismo, basate sull’idea che chi non corrisponde a una certa idea di razza o a certi criteri sociali debba essere eliminato, perfino con la morte e con la tortura. Stiamo tornando indietro a un livello primitivo, preumano e questo dobbiamo impedirlo con forza.
Dobbiamo recuperare l’amore, non la violenza. Dobbiamo batterci per l’accoglienza e l’ascolto, non per la discriminazione. Perché tutti siamo uguali sul lato dell’umano.
Per questo in questi giorni nel Comune di Grado appariranno dei palloncini, simbolo di leggerezza e tolleranza per tutti i colori del mondo. Noi non facciamo discriminazioni di sesso, razza, genere, orientamento sessuale. Noi siamo per l’ascolto. Noi siamo per l’umanità”.