Mortegliano e il suo campanile

Molti pensano di conoscere la vera genesi del Campanile di Mortegliano. Molti sanno che è il più alto d’Italia. Molti dicono che lo stile non si adatta a quello del Duomo. Ma “molti” lo vogliono visitare.
Da quando l’Ufficio di Informazione ed Accoglienza Turistica del Comune, affidato in gestione alla Pro Loco, ha iniziato nel 2016 le visite gratuite ai “Tesori di Mortegliano”, si è rinnovato l’interesse anche per il Campanile.
Le visite, previste la prima domenica di ogni mese a partire da maggio fino ad ottobre, non comprendevano questa struttura ma soltanto il Duomo, la Villa dei Conti di Varmo e la Chiesa della SS Trinità; ma poiché il nome di Mortegliano sembra indissolubilmente legato al Campanile, da quel momento l’Ufficio è stato subissato di telefonate e di visitatori che chiedevano di poter effettuare la salita.
Vista la grande richiesta, un gruppo di volontari del paese ha quindi messo in atto tutta una serie di iniziative per poter “accontentare” i molti richiedenti. Pertanto l’Ufficio stesso, durante le visite programmate del 2018, ha predisposto la salita fino alla prima terrazza, sia perché è l’unico posto da cui poter vedere, da vicino, e spiegare ai visitatori il tetto, le guglie neogotiche e il “minareto” del Duomo sia per permettere loro di ammirare il panorama del paese e della Regione.
Inoltre è stata programmata la salita alla prima terrazza tutti i sabati dalle ore 11.00 alle ore 12.00 mentre il piano terra e le fondamenta del campanile sono visitabili da lunedì a giovedì dalle 9.00 alle 13.00 e nel fine settimana dalle 9.00 alle 18.00.
Le iniziative dei volontari però tendono a mettere a posto alcune strutture interne nonchè alla realizzazione dell’opera più importante, vale a dire, l’istallazione di un ascensore che dal piano terra possa portare i visitatori all’ultima terrazza del Campanile, come avviene sulla Mole Antonelliana, e godere del panorama, tra i più straordinari di tutto il Friuli.
Visto l’onere economico, di non poco conto, per procedere all’attuazione di questi progetti, il gruppo di volontari si sta adoperando per raccogliere i fondi necessari attraverso le offerte di semplici cittadini sia di Mortegliano che di altri paesi e addirittura da residenti all’estero. Anche al piano terra del campanile una cassetta per le offerte invita i visitatori a partecipare alla raccolta.
Del resto già per la costruzione del Campanile si contò molto sulle offerte dei parrocchiani. Venne anche promosso, in quegli anni, l’allevamento del “baco da seta”, utilizzando alcuni ampi locali disponibili e la grande quantità di foglie di gelso che si potevano ricavare dai campi. Il tutto con il lavoro volontario degli uomini e donne di Mortegliano. Anche quando il vecchio campanile medievale venne abbattuto nel 1910, perché pericolante, venne organizzata una raccolta fondi per l’acquisto di blocchi di pietra locale che furono poi utilizzati nella costruzione del “nuovo” campanile. Si dovette attendere però fino al 1954 quando, per volontà dell’ allora Arciprete mons. Buiatti, e la volontà dei parrocchiani di Mortegliano, si iniziò la costruzione di un nuovo campanile che, secondo le intenzioni, doveva superare l’altezza di quello di San Marco a Venezia. Grazie, come detto, alle generose offerte in denaro dei parrocchiani e dei morteglianesi, in Italia e all’estero, e alla partecipazione di tutta la popolazione in termini di manovalanza nello scavo delle fondamenta, che il 20 settembre 1959 esso poté finalmente essere inaugurato.
La forma della struttura consta di 7 piani; internamente una scala a spirale composta da 330 gradini porta fino alla cella campanaria.
Le quattro campane della cella campanaria, fuse nel 1959 e rifuse nel 1963, sono dedicate ai Santi Pietro e Paolo, alla Vergine, agli Emigranti (Sacra Famiglia in fuga in Egitto), e la maggiore ai defunti della Comunità.
Arricchito da un sistema di illuminazione notturna, è un simbolo e un punto di riferimento per tutta la pianura friulana. La cuspide che fora il cielo di giorno è un faro nella notte. Dalla cella campanaria lo sguardo può abbracciare lo straordinario panorama dell’intera regione, dai monti al mare. Si confida che con l’intervento del “pubblico”, di eventuali sponsorizzazioni e delle offerte di privati, ad un sempre più alto numero di persone possa essere concesso di raggiungere l’ultima e più panoramica terrazza.
magazine IL PAîS gente della nostra terra / NOVEMBRE 2018