È allarme pensionamenti nelle scuole del Friuli-Venezia Giulia, le carenze di personale sono destinate ad aumentare

Sono in totale 603 docenti e 203 amministrativi gli operatori scolastici che si ritireranno prima dell’inizio del nuovo anno. Un numero partircolarmente cospicuo che, unito al fatto che non si sappia quante saranno le immissioni, mette in allarme i sindacati, visto che si preannuncia un aumento delle lacune nel personale, soprattuto per quanto riguarda li personale d’ufficio. A livello territoriale, per quanto riguarda i docenti, i pensionati triestini sono 91, i goriziani 53, gli udinesi 314, i pordenonesi 145. Quanto agli Ata, si tratta di 26 triestini, 24 goriziani, 99 udinesi e 54 pordenonesi.
Per come è attulmente strutturata la professione, questa risulta troppo faticosa a detta delle categorie coinvolte. Quindi chi ha i requisiti accoglie volentieri la possibilità di andare in pensione, mentre chi ancora non ha maturato i requisiti cerca delle opzioni per ottenerla, magari anche non al 100%. Secondo i calcoli della Cgil resi noti già a inizio anno, il 50% di chi ha fatto domanda nel 2018 non ha ancora maturato i requisiti per una pensione completa, ma ha preferito puntare comunque a quel traguardo.
Nulla di illegale, ma si sta aggravando un problema già annoso. “I docenti che hanno superato il concorso non bastano a coprire le lacune, ricorreremo ai precari, ma iniziano a scarseggiare anche loro. Sta sparendo la voglia di fare l’insegnante. Speriamo di conoscere le immissioni in ruolo a breve, ma non risolve il problema” ha dichiarato il segretario regionale della Cgil Flc Adriano Zonta.
“L’elevato numero di pensionati era previsto, vista l’età di Ata e docenti, in più c’è da calcolare l’effetto della Fornero e il problema non si risolverà a breve” le parole di Ugo Previti della Uil, che esprime preoccupazione, ma non sorpresa. “La questione è la mancanza di abilitati e immissioni in ruolo che non arrivano. Potrebbe esserci qualche classe di concorso non coperta e sicuramente il carico di lavoro per gli uffici sarà massacrante” si mantiene dunque sulla stessa linea di preoccupazione la Cisl, attraverso il segretario regionale Donato Lamorte. Per quanto riguarda la problematica nazionale emersa nel passaggio delle domande di pensionamento da Uffici territoriali del Miur all’Inps, che ha portato a più di 4000 domande non ancora riconosciute, la questione pare non riguardare docenti o personale Ata del Friuli-Venezia Giulia.