Udine e il parcheggio abusivo in centro, un problema senza fine

«Sono senza spiccioli e non posso fare il ticket quindi meglio lasciare l’auto in divieto perché tanto i vigili non passano mentre gli ausiliari del traffico fanno anche più di un controllo». E quelli possono multare solo le automobili senza ticket o con il ticket scaduto che si trovano negli stalli a strisce blu gestiti dalla Ssm. A parlare al Messaggero Veneto è un automobilista, uno dei tanti, che in questi giorni ha lasciato la sua vettura in divieto di sosta, nel marciapiede di fronte alla chiesa di San Francesco in largo Ospedale Vecchio.
Un’area che sembra essersi diventata una sorta di parcheggio abusivo come accade anche in via Beato Odorico da Pordenone quasi di fronte agli uffici comunali e in piazza XX Settembre dove accanto alle fioriere c’è quasi costantemente una fila di automobili in divieto. Il problema sta diventando sempre più grave e diffuso ad Udine e non interessa solo il centro storico dove è diventata un’ abitudine molto diffusa. In via Aquileia le auto in doppia fila che ostacolano anche i bus sono una realtà quotidiana da anni, così come in via Colugna, via Caiselli o via Cussignacco.
Problema dato anche dal calo di effettivi nell’organico dei vigili. Si è infatti passati dai 92 del 204 ai 70 attuali. Un numero ridotto che evidentemente non garantisce ad oggi i controlli sufficienti per riuscire a ridurre la pratica del parcheggio abusivo. C’è da sottolineare anche che gli operatori sulla strada non sono tutti gli effettivi, ma solo 38, quindi circa la metà del personale, da dividere in due turni. In più vanno aggiunti i 4 vigili di quartiere e i 4 impegnati sulle pattuglie. Aggiungendo malattie e riposo, il centro può essere presidiato da un numero veramente esiguo di vigili.
Il Comune di Udine aveva tentato di porre rimedio a questa situazione prima con un bando di mobilità fallito (la commissione ha bocciato tutti i candidati) e poi con un concorso che si sta trasformando in un’epopea senza fine. Dopo le dimissioni di due componenti su tre della commissione esaminatrice infatti la procedura si è bloccata e da più di un anno i 60candidati che avevano superato la prima prova sono in un limbo. Adesso ci sta riprovando l’Uti: al nuovo bando di mobilità hanno risposto in sette e indipendentemente dal fatto che qualcuno venga assunto, l’ente sarà libero di proporre un nuovo bando.