Cividale del Friuli, Omaggio a Vico Supan per il centenario della Nascita

Il pittore del Natisone torna a Cividale del Friuli
Cinquanta opere a Santa Maria dei Battuti
Da domenica 10 dicembre al 7 gennaio
In occasione dei cento anni dalla nascita di Vico Supan, dopo una prima presentazione in ottobre effettuata a Udine, approdano a Cividale del Friuli cinquanta sue opere: la Chiesa di Santa Maria dei Battuti ospiterà la retrospettiva per quattro settimane, a partire da domenica 10 dicembre, giornata dell’inaugurazione (ore 11).
Supan, di origine austriaca, arrivò a Udine il 25 aprile del 1945 reduce dalla battaglia di Cassino nella quale aveva combattuto con le truppe alleate della 5^ Armata Americana contro la Wehrmacht. Fin dagli anni Cinquanta fu uno degli animatori della vita artistica friulana e, insieme ad altri colleghi, fondò il Centro Friulano Arti Plastiche. Aveva iniziato a dipingere in giovane età, migliorando sempre la sua tecnica ed elaborando un linguaggio personalissimo sui vari soggetti trattati. Le sue opere furono oggetto d’interesse da parte di numerosi critici d’arte quali: Carlo Mutinelli, Arturo Manzano, Vittorio Marangone, Carlo Sgorlon, Licio Damiani, Roberto Bardissera, Vito Sutto e molti altri. Le sue sperimentazioni spaziavano dalle nature morte, al neorealismo friulano, al post-cubismo. Ma la sua massima espressione artistica la troviamo nelle tele che vedono come soggetto il “suo” fiume: il Natisone. Ecco cosa scrisse Carlo Sgorlon di Supan e del suo Natisone: “ La pittura di Supan che ha per tema il Natisone costituisce ormai un vasto episodio artistico. Il fiume sembra essere diventato il suo universo, la sua mitologia, perfino la sua ideologia….un tema fondamentale, un polo attorno a cui ruotare, un luogo magico nel quale realizzare la sua personalità, e capace di catalizzare attorno a sé tutte le sue risorse pittoriche.”
“Saranno proprio le numerose opere dedicate al Natisone – spiega l’assessore alla cultura Angela Zappulla – a caratterizzare la rassegna cividalese che l’amministrazione comunale ha accolto e sostenuto con grande convinzione”.
La mostra contribuirà, inoltre, ad approfondire la pittura del Novecento friulano e il ruolo stesso di Supan in tale contesto. L’iniziativa, voluta e proposta dalla famiglia dell’artista, promossa dal Club UNESCO di Udine, supportata dal Consiglio Regionale e dai Comuni di Udine e Cividale, vede anche opere mai esposte al pubblico.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 7 gennaio 2018 nelle giornate di sabato e domenica 10-13 e 15-19; inoltre 26 dicembre 10-13 e 15-19; 31 dicembre 10-13, 01 gennaio 15-19; chiusa il 25 dicembre. Info: www.cividale.net e Informacittà tel. 0432/710460.
IL COMMENTO DI VITO SUTTO
C’e’ l’ombra buona di Vico Supan a Cividale, c’è il profumo del suo fiume il Natisone, c’è il ricordo dei suoi viaggi dai quali sempre ritornava con il suo carico di memorie.
Cosi questo limpido testimone del Natisone ritorna nell’alveo del fiume e la pennellata profondamente lirica viene restituita a quel pubblico al quale egli si e’ posto genuino realista, un po’ schivo.
Questa mostra suscita l’emozione anche in chi, come Vico Supan , preferisce ascoltare che parlare, il bagno catartico nella pittura è un’immersione nella natura, con un fascino sempre nuovo al quale il pittore prima, ma anche l’uomo, non seppe sottrarsi.
Nato nell’anno di Caporetto, Vico Supan è il pittore della pace, della serena contemplazione dei sospiri cromatici di quelle acque il cui delicato mistero sta nelle trasparenze e nelle profondità invisibili, nei segni tra i sassi colti dal disegnatore, nei colori del mondo sedimentati dal pittore.
Arte apparentemente facile da guardarsi, la pittura di Supan possiede una profondità difficilmente raccontabile e allora i curatori della mostra suggeriscono
sguardi discreti sulle opere giovanili, una rilettura sul segno neorealistico, una sensibile attenzione sul postcubismo,ma l’accensione cromatica ci accompagna anche nei motivi floreali, tra il ripetitivo suono dei mulini e nel silenzioso ricordo dei viaggi.
In questo contesto è opportuno soffermarsi sui ritmi scanditi sul Natisone,l’universo, la mitologia e persino l’ideologia di Supan, scrisse di lui Carlo Sgorlon. Qui val la pena di soffermarsi su questi massi, solidi e immobili come sentinelle, che fanno da controcanto allo scorrere liquido del fiume.
Cosi come val la pena ascoltare il timido messaggio dei germogli che scheggiano colori imprevedibili tra le pieghe di una terra raccontata sempre con compostezza e misura.
Quando il sasso pare un’edificio abbattuto, la natura pare rappresentazione mitologica della fissità classica, quando l’acqua scorre incantevole ci rivela il moto perenne che pare richiamare la storia del mondo con il suo inalterato colloquio
con gli esseri umani anch’essi in divenire.
Vico Supan e’ stato uno dei pittori piu’ discorsivi, e cio’ pare opporsi alla sua delicata ,ma mai superba riservatezza. Discorsivo perche’ le severe atmosfere nelle quali ha avvolto il suo fiume, sono avvolgenti nella cupezza e nella luminosità, suggerendo un tono colloquiale, quasi una gestualità, ritmica, musicale,libera nell’onirico abbraccio con la vita che è il fiume ma che va anche molto al di là di esso.