I giovani friulani di nuovo con la valigia in mano

La nuova emigrazione degli under 40. Se ne vanno i più istruiti
L’emigrazione dal Friuli Venezia Giulia è in aumento, soprattutto per quanto riguarda i giovani. Le informazioni più recenti, quelle inerenti il 2016, riportano infatti che dalle anagrafi regionali si sono cancellati in 4.391 per trasferirsi all’estero, 2.896 dei quali cittadini italiani, con un aumento del 6,3% nell’arco di un solo anno.
In sintesi, nel 2015 sono 1.868 i giovani dai 18 ai 39 anni che si sono cancellati dalle anagrafi del FVG per l’estero, 1.287 hanno cittadinanza italiana, 581 straniera.
Nel 2012 le cancellazioni sono state 1.597. Sono quindi cresciute del 17%, corrispondenti a 271 persone in più. Sono calate le cancellazioni degli stranieri (da 787 nel 2012 a 581 nel 2015) e sono aumentate le cancellazioni degli italiani (da 810 nel 2012 a 1.287 nel 2015). Tra gli italiani emigrano più i maschi (54%) rispetto alle femmine (46%) e il 17,8% è nato all’estero. Le donne italiane che migrano sono più giovani delle straniere.
Proseguendo nella lettura dei dati, si evince che nell’ultimo decennio i flussi di cittadini dall’estremo nordest d’Italia verso l’estero sono più che raddoppiati, passando dai 1.995 del 2007 agli oltre quattromila dell’anno scorso.
Inoltre, nel 2015 il 48,9% delle cancellazioni per l’estero riferite alla popolazione di cittadinanza italiana aveva un’età compresa tra i 18 e i 39 anni. In questa fascia di età il 25,6% era in possesso di un diploma superiore o di laurea.
I Paesi dove maggiormente sono indirizzati i flussi migratori dal Friuli Venezia Giulia sono attualmente il Regno Unito e la Germania, mete preferiti dai giovani, davanti a Slovenia, Svizzera e Stati Uniti.
Del fenomeno migrazione giovanile si è discusso in un convegno tenutosi a Trieste il 25 e il 26 settembre, con l’obiettivo d
i sensibilizzare le istituzioni e gli altri soggetti del territorio al fine di poter fornire adeguate risposte alle istanze formative, economiche e professionali dei giovani.
“Non è un tipo di emigrazione paragonabile a quella del XIX o XX secolo – ha evidenziato l’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti -, ma si tratta di un fenomeno oggettivamente diverso”. Le sue ragioni vanno infatti ricercate anche tra le peculiarità della società contemporanea, molto più aperta ai trasferimenti di persone che spesso optano per l’estero anche per questioni affettive o comunque non economiche.
Tuttavia, nel suo intervento Torrenti ha rilevato che la crisi iniziata dieci anni fa ha indubbiamente reso più vasto il fenomeno di emigrazione dall’Italia. “La ripresa economica – ha auspicato Torrenti – dovrebbe rallentare questo processo anche perché sia lo Stato che la Regione Friuli Venezia Giulia hanno messo in campo diverse misure a favore dello sviluppo e dell’occupazione giovanile”.
L’intervento delle istituzioni è quindi necessario, ma per l’assessore è necessario anche un cambio di mentalità all’interno dell’imprenditoria italiana. Il tessuto industriale poggia infatti su tante aziende a conduzione familiare, in cui il grado di parentela e le amicizie personali contano più delle capacità lavorative e della preparazione professionale.
“Dovrebbe quindi mutare l’assetto produttivo – ha detto Torrenti – affinché la meritocrazia trovi una sua centralità. Non si tratta solo dell’interesse dei giovani, ma sono in gioco anche la competitività del Paese, lo sviluppo e la capacità di fare innovazione”.