L’accettazione dell’eredità per fatti concludenti
Quando un piccolo gesto può comportare grandi conseguenze
Nel delicato momento della perdita di una persona cara si vorrebbe pensare a tutto fuorché a questioni burocratiche o finanziarie.
È necessario, invece, mantenere l’attenzione alta anche durante questi periodi difficili per non compiere inconsapevolmente atti che possono incidere pesantemente sul proprio futuro di erede.
L’aspetto che molte persone non conoscono, o che viene sottovalutato, riguarda le modalità con cui un’eredità può essere accettata o rifiutata. Alla luce dei molti dubbi che sussistono ancora su questo avvenimento della vita, si provvederà a fornire dei consigli pratici senza pretesa di completezza dal punto di vista del puro diritto.
Come noto, esistono tre scelte che possono compiere i chiamati all’eredità:
– accettare l’eredità puramente o semplicemente, comprensiva di debiti e crediti maturati in vita del de cuius;
– rifiutarla, in modo tale da non rispondere di eventuali debiti ereditari ma, così, non acquisendo nemmeno eventuali assi positivi dell’eredità;
– accettarla con beneficio d’inventario, in modo tale da essere responsabili dei debiti del defunto sono nei limiti di quanto ricevuto con l’eredità.
Soprattutto se non è chiara la consistenza del patrimonio del de cuius o se si è già a conoscenza che l’eredità risulta gravata da debiti che superano i crediti, bisogna fare particolare attenzione a non accettare l’eredità per fatti concludenti.
L’accettazione di un’eredità, infatti, non deve necessariamente avvenire in maniera espressa o formale ma può avvenire di fatto mediante atti di disposizione dei beni caduti in successione.
Ad esempio, pagare una bolletta del de cuius o vendere la sua automobile sono atti che comportano l’accettazione di fatto dell’eredità con tutte le conseguenze che ne derivano anche in relazione ai debiti di cui diviene responsabile l’erede.
Tra le casistiche più diffuse ove una disattenzione può costare cara c’è quella che riguarda le spese del funerale.
Per tali costi è sempre possibile attingere la conto corrente del defunto, con la fattura delle pompe funebri e previa autorizzazione della banca, senza che ciò equivalga ad accettazione dell’eredità. Diversamente, laddove il chiamato all’eredità in possesso del bancomat del defunto prelevi dal conto di quest’ultimo per pagare le spese funerarie, ecco che questa azione costituisce un atto di accettazione dell’eredità e, dunque, un dovere di rispondere anche dei debiti ereditari che può essere fatta valere da eventuali creditori del soggetto deceduto.
Si ritiene, invece, che il pagamento da parte di un chiamato all’eredità delle spese funebri con risorse proprie non comporti accettazione tacita dell’eredità del de cuius, risultando ancora possibile procedere con la rinuncia.
Sempre nell’ottica di fornire consigli pratici si raccomanda, dunque, di porre particolare attenzione ad altri comportamenti concludenti quali, ad esempio, vendere un bene del defunto anche di valore irrisorio, guidare la sua automobile, pagare una cartella esattoriale a suo nome, rinnovare un contratto di locazione o continuare l’attività dell’impresa, chiudere un conto corrente cointestato…
In questi casi, anche senza una formale dichiarazione, l’eredità si considera accettata pienamente, senza condizioni e in maniera irrevocabile, non essendo più possibile rinunciare.
Laddove, dunque, si apra una successione ereditaria è bene non compiere passi falsi e valutare le strade più opportune anche in termini di rinuncia all’eredità o accettazione con beneficio d’inventario se vi sono delle passività. In tali casi, in particolare, sono necessarie delle specifiche formalità da adempiere presso il Tribunale competente o attraverso il notaio, con tempistiche piuttosto brevi.
Alla luce di tutto quanto sopra è chiaro che dei piccoli gesti, anche in buona fede, possono comportare importanti conseguenze su chi rimane in vita ed è chiamato all’eredità. Soprattutto se non si ha contezza della composizione dell’asse ereditario bisogna agire con particolare cautela, anche rivolgendosi ad un professionista, in modo tale da compiere azioni consapevoli e cercare di gestire al meglio la perdita di un proprio caro senza compromettere la propria vita.

Avv. Lina Sguassero
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