Grado non molla: proposte e soluzioni per salvare la stagione
Chiedersi che estate sarà, quella del 2020, per una cittadina che vive di turismo come Grado, non equivale soltanto a porsi interrogativi di natura simbolica. Ad un mese o poco più da quella che abitualmente dovrebbe essere l’apertura della stagione estiva l’incertezza è grande. Molti interrogativi ma poche risposte, resta però la ferma volontà di non perdere la stagione, di trovare comunque una soluzione. Della prossima stagione balneare dell’Isola del Sole ne abbiamo parlato con il Sindaco Dario Raugna.
Come si sta preparando Grado alla prossima stagione? Quali sono i progetti/iniziative per far fronte a questa crisi? “Difficile prepararsi se perdura un clima di incertezza. Abbiamo chiesto assieme ad altre località balneari del G20 spiagge, di cui il Comune di Grado fa parte, che il Ministero della Salute ci indichi delle linee guida a cui attenerci per garantire il distanziamento sociale. Ciò significa, ad esempio, a che distanza installare gli ombrelloni, quali eventi si potranno organizzare e a quali condizioni. Non sappiamo ancora se il nostro mercato tradizionale, quello austriaco, potrà arrivare nella nostra località, come importanti sono le azioni di sanificazione degli ambienti per poter garantire un elevato livello di sicurezza, sia per la parte pubblica che per quella privata. Si è in grado di progettare qualcosa solo dinnanzi ad uno scenario definito, o quantomeno probabile. Diversamente significherebbe impegnare risorse umane e le poche risorse economiche economiche su iniziative che corrono il rischio di venir vanificate”.
C’è un contatto diretto con la Regione per studiare degli strumenti ad hoc in vista della prossima estate? “Interloquiamo principalmente con l’assessore al Turismo da cui ci aspettiamo un’accelerazione sulla costruzione delle nuove terme, visto che le risorse sono disponibili e ci sono tutti i presupposti per poter bandire l’opera. Abbiamo anche chiesto una maggiore flessibilità sull’impiego dei proventi dell’imposta di soggiorno affinché possano venir utilizzati per concorrere al pagamento della TARI. Questo balzello va pagato anche a battenti chiusi, indipendentemente dalla produzione di rifiuti. Contabilmente nel 2020 viene pagato il servizio del 2019 e quindi anche a fronte di un ridimensionamento del servizio le economie ricavabili sarebbero irrisorie. Occorrerà trovare delle risorse sotto forma di contributo per concorrere al pagamento di questa tassa. L’imposta di soggiorno potrebbe fare al caso loro”.
Secondo Lei ci sono comunque le condizioni per provare a salvare la stagione? “Difficile dirlo. Torniamo alla prima domanda e al clima di incertezza che ci avvolge. L’industria turistica appare la più vulnerabile in quanto si basa sulla libera iniziativa delle persone di intraprendere una vacanza. Ci sono molti austriaci che hanno la seconda casa a Grado ma a quanto pare, dovessero raggiungere questa abitazione, al loro ritorno dovrebbero sottostare ad un regime di quarantena. Tutto questo non ci aiuta. Pare che inizialmente sarà garantita la mobilità solo all’interno della Regione, ed è evidente come questa regola penalizzi il settore ricettivo come hotel e campeggi, dove insistono le maggiori ricadute occupazionali. Viene difficile anche azzardare una qualche azione promozionale in considerazione del fatto che ancora non sappiamo a quali mercati ci possiamo rivolgere”.
Il turismo è in questo momento sicuramente uno dei settori più colpiti. Si attende da Governo e Regione delle misure di sostegno? “Senza le opportune misure di sostegno la situazione potrebbe essere davvero drammatica. Quando aprirà Fincantieri, per fare un esempio, i lavoratori cominceranno a percepire un reddito. Nel nostro caso, dovessimo perdere l’estate 2020, prima di assicurare un reddito ai molti lavoratori stagionali occorrerà attendere l’estate 2021. In mezzo c’è un inverno da superare. Abbiamo chiesto l’attivazione della NASPI per quei lavoratori che non dovessero trovare un’occupazione e per coloro i quali saranno impiegati solo poche settimane”.
Le aziende del settore turistico dovranno far fronte ad un calo considerevole del fatturato. Quale risposta potete dare come Comune? “Cercheremo di defiscalizzare il più possibile, tenuto conto degli equilibri di bilancio che vanno sempre salvaguardati. Le attuali regole non ci permettono di indebitare l’Ente per far fronte alla spesa corrente. Abbiamo prorogato tutte le scadenze a fine anno per studiare delle soluzioni praticabili che tengano conto delle misure messe in campo dalla Regione e dal Governo che potranno articolarsi in diversi modi: maggiori trasferimenti per gli Enti locali, diverse regole sulla tenuta dei bilanci liberando risorse ora vincolate o lasciando in capo ai Comuni ciò che viene annualmente trasferito allo Stato. La sfida è sostenere sia le imprese che e le famiglie, senza che una cosa escluda l’altra. Per questo ci siamo mossi da subito e prevediamo di istituire a Bilancio un fondo sociale importante per aiutare la nostra comunità”.