Introdurre un medico in ogni scuola del Friuli Venezia Giulia
Una soluzione per affrontare temi cardine: dai vaccini alla prevenzione delle dipendenze, passando anche per educazione affettiva e lotta al bullismo
Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Udine:”Giovani medici nelle scuole ma anche medici in quiescenza richiamati”
Un medico in ogni scuola del Friuli Venezia Giulia. Potrebbe rappresentare un’arma in più sul fronte della prevenzione oltre che dell’identificazione precoce di malattie e disagi, secondo il Presidente dell’Ordine dei Medici di Udine, Maurizio Rocco, a margine della proposta formulata dal Ministro della Salute, Giulia Grillo. Il nostro territorio, in nome della specialità che lo caratterizza, potrebbe già muoversi per programmare questa reintroduzione già dal prossimo anno scolastico. In pista il Presidente vede sia i giovani medici, in modo che possano intrecciare un approccio più diretto con i teenager, ma anche medici con esperienza, magari richiamati dalla quiescenza.
La sostenibilità della spesa sarebbe più che giustificata, secondo il Presidente, dal risparmio sanitario grazie all’anamnesi precoce di malattie, grazie alla prevenzione costante e continua sul fronte delle dipendenze (stupefacenti, alcol, web e social), e, per quanto riguarda le scuole dell’infanzia e le primarie, grazie al monitoraggio delle vaccinazioni.
“Poter contare su uno o più medici, magari a turno, presenti a scuola significherebbe anche offrire un valido aiuto sul versante dell’educazione alla sessualità, visti i casi in crescita di malattie sessualmente trasmissibili fonte di notevole preoccupazione sociale e sanitaria”. Inoltre, la figura del medico all’interno delle scuole fungerebbe da avamposto per la rilevazione immediata, e il contrasto, delle varie forme di bullismo, altra grave piaga sociale.
Il Presidente Rocco ricorda i tempi in cui frequentava la scuola: “Quando ero alle elementari ogni tanto passava per le classi il medico scolastico che auscultava, guardava in gola, misurava l’altezza ed il peso, guardava come si stava in piedi e come si camminava e correva (c’era ancora il cosiddetto rachitismo). I risultati erano evidenti: si identificava subito una patologia in fieri e si prendevano immediatamente le contromisure. Oggi, oltre all’identificazione delle malattie, il medico scolastico, in base ai gradi dell’istruzione scolastica, potrebbe davvero veicolare messaggi di prevenzione ed educazione ai coretti stili di vita, di contrasto delle dipendenze, di corretta informazione sul campo dell’affettività e di rilevamento di disagi e di comportamenti di bullismo in modo da attivare subito anche i contatti con i medici di Medicina Generale.