Iacop: “Quattro anni di riforme importanti. Ora mi metto a disposizione del partito”
Le prossime elezioni si avvicinano, il clima è già incandescente e i toni del dibattito politico si stanno facendo sempre più aspri. Mancano ancora sei mesi prima che la legislatura si esaurisca ma, prima di lanciarsi nella prossima corsa elettorale, è tempo di fare un primo bilancio per il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop. Dopo quattro anni di intensa attività legislativa, caratterizzati da delle scelte che hanno cambiato il volto della nostra regione e scatenato forti dibattiti, si possono quindi trarre le prime conclusioni con lo sguardo però già rivolto al futuro e alle prossime sfide politiche che lo attendono.
“La legislatura non è ancora finita, per tutto il Consiglio anche questi ultimi mesi saranno densi di appuntamenti in agenda. Dobbiamo votare la manovra finanziaria per il 2018 e sono già in calendario anche dei disegni di legge sull’ambiente, sulla cultura e sulle imprese. Manca quindi ancora qualche tassello prima di portare a termine il nostro lavoro ma in ogni caso dobbiamo anche tracciare un bilancio sul nostro operato. Posso dire che sono stati anni nei quali il Consiglio è stata chiamato ad affrontare una serie molteplice di azioni importanti. Anni impegnativi non solo per l’approvazione delle leggi ma soprattutto per la gestione dei forti dibattiti che di conseguenza si sono creati. Anni di grande lavoro, con le riforme della sanità e degli enti locali, oltre a Rilancimpresa, alla misura di sostegno al reddito, alla razionalizzazione delle partecipate e al taglio dei costi della politica”.
Secondo Lei qual è stata la riforma più riuscita?
“Che che la legge sulle imprese abbia dato nuove prospettive di rilancio economico alla nostra regione oltre a dare delle risposte concrete alle esigenze degli imprenditori. Soddisfazione particolare arriva dalla legge per l’invecchiamento attivo, una norma che è stata presa come riferimento anche in Europa e che ora è oggetto di studio per gli effetti e le opportunità che ha generato. Siamo riusciti a dare una risposta in tempi brevi anche ai bisogni sociali del territorio e alle sollecitazioni che ci sono arrivate dai cittadini. Abbiamo ridato valore al lavoro legislativo del Consiglio”.
La riforma del sistema delle autonomie locali invece ha fatto scatenare le proteste di molti sindaci.
“L’agire di molti sindaci è legittimo per quanto riguarda il confronto. Si è ecceduto però con i ricorsi alla magistratura, parte di questi infatti sono stati rigettati. Molti si sono schierati contro per partito preso senza valutare la legge, un’opposizione a prescindere contro ogni riforma messa in atto che non ha mai preso in considerazione la nostra volontà di costruire un futuro migliore. A questa legge forse però bisognava arrivarci tramite un percorso a tappe, evitando quelle modifiche successive che possono aver creato confusione”.
Qual è il rimpianto invece?
“Forse manca la riforma elettorale ma non è stato purtroppo possibile metterla in atto. Serviva una condivisione che andasse oltre la maggioranza, ma la sintesi non è arrivata”.
Sono molti invece quelli che vi accusano di aver ceduto l’autonomia della regione a Roma. Cosa ne pensa?
“Credo che il regionalismo sia un valore indiscusso del nostro paese. Personalmente sono sempre stato un difensore dell’autonomia del Friuli Venezia Giulia. Lo Stato deve capire che per essere più efficiente deve rendere responsabili del proprio futuro le realtà locali. Ampliare quindi non solo le risorse ma la libertà di azione, la Regione deve poter decidere concretamente. Il grave problema però resta il disavanzo statale al quale tutte le regioni devono concorrere. Gli accordi intrapresi con lo Stato non hanno affatto penalizzato la regione ma bensì hanno garantito stabilità e certezza”.
Siamo già entrati in campagna elettorale. Quali sono le sue aspettative?
“Sarò una battaglia pesante, abbiamo l’obbligo di dare dei segnali di rinnovamento autentico. Nessun risultato è scontato, il centrodestra è vitale come anche il M5S. Discuteremo con gli elettori sulle riforme fatte, che hanno dimostrato capacità di promuovere il Fvg in ambito nazionale e internazionale, attraendo finanziamenti per terza corsia, porto e aeroporto. Credo che sia innegabile il fatto che abbiamo agito nel concreto e non solo a parole. Per riconquistare la fiducia punteremo sulla ripresa dello sviluppo delle imprese e dei progetti infrastrutturali, sull’internazionalizzazione verso l’area centroeuropea e balcanica, ma anche verso la Cina. Sviluppo, sulla ricerca, sul turismo e sulla cultura”.
Per vincere comunque non si può prescindere dall’unità del centrosinistra.
“Le tensioni nazionali troveranno composizione in sede locale davanti alle cose fatte e da fare. Sarebbe insensato non proseguire insieme visto che la nostra alleanza ha dimostrato in questi anni di saper portare a termine quanto promesso. Uniti quindi condividendo il programma per il futuro”.
Chi sarà invece il prossimo leader?
“Il leader naturale è Debora Serracchiani. Se lei scegliesse altre strade ci sarà spazio per trovare personalità altrettanto autorevoli. Il vicepresidente Bolzonello non nasconde la sua disponibilità, come non lo faccio nemmeno io. All’interno del nostro schieramento possono esserci anche altre personalità utili alla causa. Personalmente io mi metto a disposizione e qualora servisse il mio aiuto io sono pronto. Credo di avere l’esperienza necessaria per un ruolo di questo tipo. Non sta a me però fare valutazioni di questo tipo, toccherà al partito e alla coalizione prendere una decisione”.
Le primarie potrebbero essere una soluzione?
“Certamente possono essere una soluzione per scegliere la guida della coalizione, ma reputo che il Pd dovrà presentarsi anche con unità di intenti. Qualora si dovesse utilizzare il sistema delle primarie io non mi tirerei indietro”.
Voci dicono che lei sia più indicato per il Parlamento.
“In questi anni ho maturato esperienza a Roma come vicepresidente della Commissione Civex (cittadinanza, governance, affari istituzionali) al Comitato delle Regione. Per me sarebbe un’altra sfida importante ma ripeto, deciderà il mio partito. Io mi metto a disposizione per continuare a dare il mio contributo”.